Caio Gracco

Dramma per musica in tre atti

Musica: Giovanni Bononcini
Libretto: Silvio Stampiglia
Prima rappresentazione: Vienna, Hof, 16 Febbraio 1710

Ruoli:

  • Caio Gracco
  • Licinia, sua moglie
  • Ersilia, dama romana
  • Opimio, console
  • Fulvio, cavaliere romano
  • Aquilio, duce degli arcieri Cretensi
  • Regilia, damigella di Licinia
  • Pomponia, madre di Filocrate
  • Filocrate, servo di Caio Gracco
  • Un fanciullino figliolo di Caio Gracco e di Licinia

Alcune arie sono attribuite ad Alessandro Scarlatti

Libretto – Caio Gracco

Argomento

Essendo Console Opimio furono rivocace moke Leggi fatte in benefizio del popolo da Caio Gracco, il quale tornato da Cartagine, abitava in un luogo sotto il Foro, perche ivi albergavano molti poveri, e bassi Cittadini. Egli instigato dagli Amici, e particolarmente da Fulvio, mise insìeme molta gente della sua fazione contro il Console, e nel giorno, che Opimio era per lacerare le Leggi di Gracco, si riempi il Campidoglio tutto d’uomini dell’uno, e dell’altro partito: sagrificando il Console, nacque tra loro un’improviso tumulto, e ne seguì una pugna, che fù spartita dalla pioggia, che sopravenne. Opimio ordinò a’ Senatori, che prendessero l’armi, e comandò ancora a i Cavalieri, che ciascheduno conducesse seco due servidori armati; dall’altro canto Fulvio assoldò buona quantità d’Uomini, ma Gracco partitosi di piazza si fermò in piedi dinanzi la Statua del Padre, e mirandola tacitamente, mandato fuori un gran sospiro, lagrimando si partì. Molti che lo viddero, ebbero grandissima compassìone di lui, e incolpando se medefimi d’averlo abbandonato, e tradito, l’andarono a trovare, e si posero attentamente la notte in guardia della sua Casa. Ma quelli della parte di Fulvio attesero tutta quella notte a bere, e giocare, ed a scherzare insieme, essendo il primo Fulvio ad innebriarsi, e a far cose non convenienti a lui. Venuto il giorno Fulvio con molta fatica risvegliato da suoi, corse ad occupare il Monte Aventino: Gracco armar non si volle, ma vestito con la Toga: come se fusse per orare,non si pose al lato altro che un pugnale, e volendo così uscir di casa, Licinia sua Moglie prese con una mano il Marito, e con l’altra tenendo un picciolo Figliuolo, con parole, e con lagrime tentando, ma invano, di rattenerlo, cadde in terra tramortita. Fulvio mandò a richiedere il Console, ed il Senato di Pace; ma Opimio defideroso di venire alle mani s’avviò contro di Fulvio; la gente del quale essendo stata rotta dagli Arcieri Cretensi, si nascose egli in un Bagno antico, dove tu ritrovato, ed ucciso. Non fu alcuno, che vedesse combatter Gracco, ma dolente delle cose, ch’eran seguite, fi ritirò nel Tempio di Diana, e da quello perseguitato da’ Nemici fuggi con Filocrate suo Servo in un certo piccolo Bosco delle Furie, dove si fece da lui uccidere. Finalmente Opimio con immortale infamia condennato visse in odio di tutto il Popolo Romano, e restò gloriosa la memoria di Gracco.

Si finge, che Gracco, e Fulvio non restiino uccisi

 

ATTO PRIMO

Scena prima

Gabinetto.

Da una parte Caio Gracco, e Fulvio, che sìedono accanto ad un Tavolino in atto pensoso. Dall’altra Licinia assisa col piccolo Figliuolo appresso.

Licinia

Figlio, chi sà qual sorte
Sovrasti al Padre tuo, sovrasti noi?
L’alba degli anni tuoi
E’ cosl tinta di color di morte,
Che spaventosa. e nera
Temo, che in sù l’aurora abbian la sera.

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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