Glauco

Tragedia lirica in 2 atti

Libretto di Giovacchino Forzano
Musica di Alberto Franchetti

Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 8 aprile 1922.
Fonti letterarie: dall’omonima tragedia di Ercole Luigi Morselli (dal XIV libro delle “Metamorfosi” di Ovidio).

Personaggi

  • Glauco, figlio di Nettuno, tenore
  • Scilla, figlia di Forchis, soprano
  • Forchis, padre di Scilla, baritono
  • Circe, maga, contralto
  • Il Pastorello, soprano
  • Troilo, al servizio di Forchis, basso
  • LE PARCHE:
    • Cloto [“la filatrice della vita”]
    • Lachesi [“colei che assegna la sorte”]
    • Atropo [“l’irremovibile fatalità della morte”]
  • CORI:
    • Le Sirene
    • I Tritoni
    • La Ciurma
  • COMPARSE: Gli Uomini bestie

Libretto – Glauco

INTRODUZIONE DEL LIBRETTISTA
Non voglio che dopo aver letto le pagine di questo libretto e averle mentalmente confrontate a quelle del dramma del Morselli, di bellezze formali così
sfolgoranti, il lettore pensi avere io profanato l’opera del caro amico.
Le cose stanno cosi: nel l9l5 il compianto Ercole Luigi Morselli consegnò al M.° Franchetti la trama scenica di un libretto d’opera: Glauco. Il M.° Franchetti e il povero amico mi chiesero se avessi accettato di scrivere su quella trama un libretto. La lessi e accettai.
Il Morselli scrisse poi il dramma e, ottenuto dal M.° Franchetti il permesso, lo fece rappresentare. Il compositore ebbe così a sua disposizione dramma e libretto e attinse a queste due fonti.
Sarebbe stato inutile pubblicare qui per esteso dramma e libretto; qui sono invece pubblicate soltanto le parole di questo e di quello musicale dal Maestro e il cui testo servirà allo spettatore per meglio seguir la musica.

G. F.

ATTO PRIMO
Una scogliera dolcemente battuta dal mare, sotto un cielo carico di stelle. Ormeggiata ad un grosso palo dondola nell’acqua una vecchia barca nascosta più che mezza dagli scogli. Se ne vede la poppa e l’albero colla vela ammainata. A destra una nera capanna di pescatori con la porta chiusa, ai muri sono appese grandi reti ad asciugare.

Le Sirene

Ah! Sostate sostate.
Laggiù una barca dondola.

I Tritoni

Di Glauco il pescator che dorme ancora.

Le Sirene

Di Glauco, l’innamorato di Scilla!

I Tritoni

Il pescator più bello dello Stretto!

Le Sirene

Sorelle! lo dobbiamo
rubare alla pastora.
Dobbiamo adescarlo nel mar!

I Tritoni

Voi?… Ah, ah, ah!
Preda difficile!

Le Sirene

Udite! Udite!
Ai nostri canti
non può resistere
un cuore umano.

I Tritoni

Il vostro canto
sarebbe vano;
per voi Sirene
Glauco non è!…
Noi sol potremo
lanciarlo in mare!

Le Sirene

Stamani i mostri
voglion scherzare!
Provate voi
Tritoni eroi!

I Tritoni
(sghignazzando)
E sia! Proviamo
chi vincerà.
Noi figli di Nettuno e d’Anfitrite…

Le Sirene
(in scherno)
Udite! Udite!

I Tritoni

Regi dei flutti e delle grotte amene
sfidiamo le Sirene.

Le Sirene

Accettiamo! Accettiamo!

I Tritoni

A voi Sirene belle
l’onor d’incominciar!…
(Silenzio: le deità tornano invisibili; i flutti del mare, battendo dolcemente sulla riva, accompagnano il canto delle Sirene)

Le Sirene

Vieni vieni all’amor delle Sirene!
Vieni! è la via di fiori e steli d’oro.
Una caverna d’alghe smeraldine
Stillanti perle s’apre in mezzo al mare!
Ogni perla è un’ebbrezza senza fine
Si schiude, inebria, e torna a scintillare.

Glauco
(esce dalla capanna come trasognato)
Chi mi ridesta con canto sì gentile?…
È la foresta? No.
Conosco l’armonia dello stormire
ed anche il ritornello…
È allora il mare?
(ascolta) No! No! comprendo!
Cantavan le Sirene! (pausa)
Che fortuna!
Mi fossi trovato sul mare
avrei ammainato le vele
per sentirle cantare!
e nell’estasi
due braccia,
voluttuosa collana,
m’avrebbero avvinto
e giù trascinato
nel gorgo incantato,
nel gorgo di lacrime
che è tutto biancheggiante d’ossa umane!

Le Sirene

No! Non temere!
Non calunniar le Sirene!
Son crudeli soltanto
coi vecchi marinai brutti e grinzosi!
Pei belli come te
hanno baci maliosi
ah vieni, vieni…

I Tritoni
(alla lor volta entrano in gara)
Navigatore
s’hai polso e core
un serto splende
sulla tua vela!
Il remo è scettro
il mar risuona
con tutti i venti
di canti ardenti:
per chi sa osare

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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