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Libretto “L’Amico Fritz” di Pietro Mascagni

L’amico Fritz

Commedia lirica in tre atti

Musica di Pietro Mascagni
Libretto di P. Suardon (pseudonimo di Nicola Daspuro)

Fonti letterarie: L’ami Fritz di Erckmann e Chatrian (1876).
Prima esecuzione: 31 ottobre 1891, Teatro Costanzi, Roma.

Personaggi
SUZEL, (soprano)
FRITZ KOBUS, (tenore)
BEPPE, lo zingaro, (mezzosoprano)
DAVID, rabbino, (baritono)
FEDERICO, amico di Fritz, (tenore)
HANEZÒ, amico di Fritz, (basso)
CATERINA, governante di Fritz, (soprano)
Coro di contadini e contadine

Ambientazione: Alsazia, 1890

 

Atto Primo
Atto Secondo
Atto Terzo

Libretto – L’amico Fritz

ATTO PRIMO

Sala da pranzo in casa di Fritz Kobus

Mobili di quercia intagliati. A destra camera da letto di Fritz, a sinistra porta della cucina e porta d’ingresso. In fondo due grandi finestre a vetri colorati; accanto alle fine­stre due porte a invetriate. Le due finestre e la porta a sinistra, che danno accesso ad una terrazza, sono aperte. A sinistra, sul davanti, una piccola tavola con l’occorrente per scrivere. A destra, un po’ più in fondo, tavola da pranzo ric­camente imbandita. Da un lato, una rastrelliera per pipe. Accanto alle finestre una piccola tavola da servizio; qua e là qualche seggiola, una poltrona.

Attraverso la porta e le finestre aperte si vede la balaustra a colonnine della terrazza, alla quale si accede per mezzo di alcuni scalini. Più in giù, nel fondo, si scorgono i tetti delle case, le cime degli alberi.

È il tramonto.

Scena I

Fritz e David

FRITZ

Ma questa è una pazzia! Vuoi maritare
tutti e, per colmo di sventura, io debbo
sborsar la dote!…

DAVID

Son ragazzi e s’amano…

FRITZ

Ci pensin loro… ho in odio il matrimonio…
Non so che sia l’amore… e chi sospira
e piange e si dispera per le donne
rider mi fa. Ma chi del mio denaro
resta garante?

DAVID

lo firmerò per loro…

FRITZ (sorridendo)

Bravo, di te posso fidarmi. Scrivi!

DAVID

Grazie! Grazie!

FRITZ (dettando)

«M’impegno io sottoscritto…»

Entrano Hanezò e Federico

Scena II

I precedenti, Hanezò, Federico, poi Caterina

HANEZÒ

Evviva Fritz!

FEDERICO

Evviva!

HANEZÒ (a  Fritz)

Per la tua festa i nostri voti accogli.

DAVID

Deh, tacete. Bisogna ch’io gli scriva…

FRITZ

Debbo sbrigare uno dei tanti imbrogli
del rabbino…

FEDERICO

Ha qualcun da maritare?

HANEZÒ

Sempre!…

DAVID

Scrivo: «M’impegno io sottoscritto
di rendere al signor Fritz Kobus mille e
trecento lire al sei per cento, quando…

FRITZ (interrompendo)

il detto signor Fritz compiuti avrà
due secoli d’età!

HANEZÒ e FEDERICO (ridendo)

Ah! Ah!

DAVID

Che dici?

HANEZÒ

Bella davver!

DAVID (con dolore)

È inutile, tu vuoi
farti giuoco di me.

FRITZ

Suvvia, scherzavo.
Ecco il denaro.

DAVID

O mio diletto Fritz,
come potrò ricompensarti?

FRITZ

Voglimi sempre bene!

CATERINA (entrando con la zuppiera)

Signori, è pronto.

FRITZ

Andiamo a tavola!

HANEZÒ

Ed ancor Beppe non venne?

FEDERICO (a David che si dispone ad uscire)

E tu che fai?

DAVID

Verrò per fare un brindisi!

Si mettono a tavola, meno David. Caterina esce

FRITZ (servendo la zuppa agli amici)

Lascialo! In palpiti saran gli sposi…
Se tarda, possono d’ansia morir.

FEDERICO

Vada, s’affretti!

HANEZÒ

Corra!

DAVID

Noiosi!…
D’amor dovrete voi pur soffrir!

esce dalla terrazza

FRITZ (chiamando David attraverso la finestra)

Ohè, David! David, oggi perché
anche una sposa non hai per me?

DAVID (dalla terrazza)

Oh, Fritz, rammentalo, tu pur sarai
marito un giorno!

FRITZ

Ma tu non sai
la mia divisa? Amico a tutti e sempre…
Marito… no!

DAVID (allontanandosi)

Vedremo!

FRITZ

Oh! che bel matto!

HANEZÒ (alzando il bicchiere)

Viver tu possa sempre giocondo!

FEDERICO 

Salute ai celibi di tutto il mondo!

CATERINA (rientrando, a Fritz)

Signore, è giunta Suzel, la figliuola
del fattor… vi vorrebbe salutare…
Ha dei fiori per voi…

FRITZ

Fatela entrare.

Caterina fa entrare Suzel e poi esce

Scena III

Suzel e i precedenti, poi David

SUZEL (con un piccolo mazzolino di viole mammole in mano si avanza verso la tavola con gli occhi bassi, tutta vergognosa)

Son pochi fiori, povere viole,
son l’alito d’aprile
dal profumo gentile;
ed è per voi che le ho rapite al sole…
Se avessero parole
le udreste mormorar:
«Noi siamo figlie timide e pudiche
di primavera,
siamo le vostre amiche;
morremo questa sera,
e saremo felici
di dire a voi, che amate gl’infelici:
il ciel vi possa dar
tutto quel bene che si può sperar».
Ed il mio cor aggiunge una parola
modesta, ma sincera:
eterna primavera
la vostra vita sia, ch’altri consola…
Deh, vogliate gradir
quanto vi posso offrir!

Suzel, con gli occhi bassi, offre il mazzolino a Fritz

FRITZ (sorridendo odora i fiori)

Tu sei molto gentil, dei fiori tuoi
l’olezzo mite giunge caro a me.
Grato ti sono. Orsù, vieni tra noi
al fianco mio.

Suzel esita

Ti vergogni? E di che?

SUZEL (timidamente)

Oh… no…

FRITZ

Bambina!

Suzel siede

HANEZÒ (sottovoce)

Com’è carina!

FEDERICO (c.s.)

Quanto candor!

HANEZÒ (c.s.)

Dei campi è un fior

FRITZ

E il babbo come va, povero vecchio?

SUZEL

Babbo sta bene; egli, però, vi aspetta.

FRITZ

Certo, verrò. Di’… come vanno i campi?

SUZEL

Tutto si allieta: il cielo è uno splendore,
l’aria è dolce e sottile, e il prato è in fiore.

FRITZ

Suzel, bevi. Verrò fra pochi dì.
Bevi! Non star così!

DAVID (entrando)

Vi saluto!

FEDERICO

Sei qui, vecchio rabbino!

HANEZÒ

Giungi in buon punto…

FRITZ

Ecco, un bicchier di vino!

David siede e beve

Un brindisi chi fa?

DAVID (a Suzel)

Tu pur, bimba, sei qua?
(Come la bricconcella
s’è fatta grande e bella!)

Dalla terrazza arriva un dolce suono di violino

HANEZÒ

Chi mai sarà?

FRITZ

Lo zingaro!

DAVID

Ah! questi è Beppe!

HANEZÒ

Udite il violino.

FRITZ (guardando Suzel)

Perché piangi, perché?

SUZEL (timidamente)

Mi commuove la musica…
Scusatemi.

FRITZ (sottovoce)

Di che?…
Se commuove anche me!

HANEZÒ (ascoltando la musica)

Oh, quanto è bella!

FEDERICO

Silenzio!… taci.

FRITZ

Che dolci note!

DAVID

Paiono baci!

La musica cessa. Tutti si alzano. Fritz corre verso la terrazza e s’incontra con Beppe

Scena IV

Beppe e i precedenti

BEPPE

Salute, amico Fritz!

FRITZ (abbracciandolo)

Ah! n’ero certo
che saresti venuto…

BEPPE

Amico, avrei sofferto
di non farti per oggi il mio saluto…

FRITZ

Beppe, siediti qua…
so quel che vuoi dirmi…
non voglio udir!

DAVID

Canta per noi!

Beppe imposta li violino all’uso zingaresco e, dati alcuni accordi, canta

BEPPE

Laceri, miseri, tanti bambini
languîano qua,
senza mamma quei poverini
facean pietà.
Era uno strazio! Quando, amoroso,
per essi stringersi un cor sentì:
fu il nostro amico quel generoso
che li nutrì.

FRITZ (con dispetto)

La vuoi finir?

DAVID, HANEZÒ e FEDERICO

Oh, canta, seguita, lascialo dir!

BEPPE

Preso dal turbine d’una bufera,
persi il cammino;
ansante, gelido, sfinito, a sera
caddi supino.
Scendea la morte! Quando, amoroso,
un braccio valido mi sollevò:
fu il nostro amico quel generoso
che mi salvò!

DAVID, HANEZÒ e FEDERICO

Viva lo zingaro! Evviva! Bravo!

FRITZ (celiando)

D’esser sì grande io non pensavo!

CATERINA (rientrando ed appressandosi a Suzel)

Suzel, fermo alla porta è il biroccino.,.

SUZEL (alzandosi rapidamente)

Ah sì, che è tardi!

FRITZ

Vuoi lasciarci già?

SUZEL

Il babbo attende…

FRITZ

Va’, cara piccina…
Presto verrò. Salutalo per me.

SUZEL

Grazie, vi servirò.

FRITZ

Ringrazio te
dei vaghissimi fior.

Suzel fa un inchino ed esce

HANEZÒ

Come s’inchina!

BEPPE

Ha nello sguardo amore!…

FEDERICO

Quanto è gentile!

DAVID

A me sussurra il core:
bisogna farne subito
la più vaga sposina
di tutta Alsazia!

FRITZ

Ma Suzel è bambina.

DAVID

Presto, vi giuro, io la mariterò.

FRITZ

Che pazzo!

HANEZÒ

Oh, tu vaneggi…

DAVID

Io so quel che mi fo!

FRITZ

Va alla malora
tu, le tue femmine,
e chi le adora!

HANEZÒ e FEDERICO

Rabbin, questa è per te!

DAVID (levandosi irritatissimo)

Per voi, ghiottoni inutili,
la vita è nel goder!
Passar i giorni a tavola,
ecco il più gran piacer.
Ma chi nel petto ha un’anima,
chi crede in Dio, che disse:
«Getta nel fuoco l’albero
che senza frutti visse»,
chi preferisce al vivere
randagio e senza amor,
una famiglia, un placido
nido che allieti il cor,
vi deve disprezzar,
deve chiamarvi piante da bruciar!

BEPPE

Il suo sermone è splendido!

FEDERICO

Ma predica al deserto…

FRITZ

Oh! grida, strilla, arrabbiati!

DAVID (a Fritz)

Eppure… io ne son certo,
noi presto accompagnar
ti dovremo all’altar.

FRITZ

All’altare?

DAVID

Ne dubiti?
Lo affermo e ci scommetto!

BEPPE

Oh, che bel matto!

HANEZÒ

Stolido!

FRITZ

La tua scommessa accetto:
giuoco la vigna mia di Clairefontaine!

DAVID

Ad ufo beverò. Vada!

FRITZ

Sta ben!

S’ode il suono lontano d’una piccola fanfara che si avvicina a poco a poco

HANEZÒ

Son gli orfanelli…

BEPPE (a Fritz)

Portano
a te, benefattor,
il saluto del cor!

Beppe, Federico e Hanezò corrono alla terrazza

HANEZÒ

Oh, quanta gente!

BEPPE

Vengono in qua.

FEDERICO

Oh, come marciano!

BEPPE

Guardali là!

HANEZÒ (a Beppe)

Son tuoi discepoli?

BEPPE

Amico, sì!

HANEZÒ

La folla applaude!

FEDERICO

Sono già qui.

BEPPE (batte il tempo con le mani)

Oh, vieni, Fritz, vieni a veder!

FEDERICO

È uno spettacolo che fa piacer!

FRITZ (battendo sulla spalla di David)

I figli miei saranno quelli ognor!

poi agli altri

Andiamo, amici, i bimbi a salutar!

raggiunge gli amici sulla terrazza

DAVID

Eppure, o stolti, vi vedrò cascar!

LA FOLLA (di fuori)

Salute a Fritz! Viva il benefattor!

Tutti agitano i cappelli salutando la folla


ATTO SECDONDO

Cortile nella fattoria di Mésanges

A destra, la fattoria, larga tettoia sporgente; finestre a pic­coli vetri ottangolari, scala esterna con ringhiera di legno, che conduce al primo piano. Abbasso, accanto alla scala, un pozzo coll’abbeveratoio pel bestiame.

In fondo, un piccolo muro taglia la scena da destra a sini­stra. Nel centro del muro è un vano, con un cancello di legno. Tra il pozzo e il cancello, dietro al muro, un ciliegio che stende i suoi rami sul cortile. Nel cortile, aiuole e vasi con fiori.

Qua e là, appoggiati al muro, aratri, rastrelli, falci. Sotto la tettoia, ceste e paglia.

È l’alba.

Scena I

Suzel, Coro interno

SUZEL

Ah, le belle ciliegie! Stamattina,
appena il signor Fritz sarà disceso,
vo’ che le assaggi… sono già mature.

CORO (da lontano)

Chi l’amor suo non seppe conservar
perde il tempo a sperar!
L’amore che lontano se ne va
mai più  non tornerà.

SUZEL

I contadini sono andati all’opre,
era tempo: oggi devono tagliare
l’orzo maturo nella prateria.

Scena II

Suzel e Fritz

SUZEL

Il padrone tra poco sarà desto,
voglio per lui comporre un mazzolino.

cogliendo fiori

– Bel cavaliere, che vai per la foresta…
– Che volete da me, cara figliuola?
– Bel cavaliere dalla faccia mesta…
– Cogliete fiori, allegra boscaiuola?
– Bel cavaliere, ti darò una rosa…
– Grazie, piccina, rose non ne vo’!…
– Bel cavalier, sarà per la tua sposa…
– Piccina, grazie! la sposa non l’ho!

Fritz si mostra in cima alla scala, ascoltando

FRITZ

Suzel, buon dì. D’un gaio rosignuolo
la voce mi svegliò.

SUZEL

Che dite mai?

FRITZ

Mi piace come canti…

SUZEL

Oh, signor Fritz…
Canto così come mi vien dal core.

FRITZ (scende dalla scala)

Quei fiori son per me?

SUZEL

Per voi li ho côlti…
Ed oltre i fiori ho pronta una sorpresa..

FRITZ

Una primizia certo…

SUZEL

Le ciliegie.

FRITZ

Ciliegie! e son di già mature?

SUZEL

Han della porpora vivo il colore,
son dolci e tenere…

FRITZ (fra sé, guardandola dolcemente)

Di primavera somiglia a un fiore
fragrante e roseo…

SUZEL

Son pronta a coglierne un mazzolino…
debbo gettarvele?

FRITZ

Gettate subito, bell’augellino,
le saprò prendere…

Suzel esce dalla porta dell’orto, appare in cima alla scala dall’altra parte del muro, coglie le ciliegie e le getta a Fritz

Fresche scintillano, di brina ancora
son tutte roride…
Ma… è da quell’albero che, sull’aurora,
pispiglia il passero?

SUZEL

Sì, da quell’albero…
Ciò ch’egli dice

FRITZ

non sai comprendere?

SUZEL

Io lo so intendere… ch’egli è felice
nel canto mormora,
sui rami floridi ha i suoi piccini…
lieti l’aspettano,
agili scherzano dei biancospini
tra i fiori candidi.

FRITZ

Come ne interpreti bene il linguaggio!

SUZEL

Sembra che parlino…
Sembra salutino coi fior il raggio
dell’aurora…

FRITZ (solo, al proscenio)

Tutto tace,
eppur tutto al cor mi parla…
questa pace
fuor di qui, dove trovarla?
Tu sei bella,
o stagion primaverile!
Rinnovella
fiori e amor il dolce aprile!

SUZEL (rientrando dalla porta dell’orto, col grembiulino pieno di ciliegie)

Quale incanto
nel risveglio d’ogni fiore!
Riso o pianto,
tutto è palpito d’amore!
Tutto il prato
d’un tappeto s’è smaltato…
Al Signore
s’alza l’inno da ogni core!

Scena III

David, Beppe, Hanezò, Federico e i precedenti

(Si ode il rumore di un biroccino che arriva)

FRITZ

Oh! chi è che giunge? O Suzel, guarda!
Odo i sonagli…

SUZEL (guardando a sinistra)

È un biroccino…
I vostri amici! Beppe, il rabbino…

FRITZ (che è corso a vedere)

È Federico! Visto il bel ciel,
vengono qui.

SUZEL

Scesi son già.

FRITZ

Incontro andiam!

Escono. Dopo poco rientrano accompagnati da David, Beppe, Hanezò e Federico

SUZEL

Bene arrivati!

FRITZ

Il sol vi attrasse?…

BEPPE

Tu ci hai scordati!
Ti ripeschiamo!

DAVID (guardando Fritz meravigliato)

Sei fresco e bello.

FRITZ

Sì, sto benone… Merito a lei…

addita Suzel

DAVID

Brava davver!

Suzel entra nella fattoria

FRITZ

Nelle mie terre
facciamo un giro?

BEPPE, FEDERICO e HANEZÒ

Sì! Sì!

FRITZ (a David)

Dei nostri tu pur non sei?

DAVID

lo no, darei
disturbo e noia, mi sento stanco…

FRITZ

Andiamo noi!

DAVID

Vi attenderò…

FRITZ

Salute a David… Andiam, andiam !…

DAVID

Sin che torniate riposerò!

Tutti escono, meno David che siede, cava la tabacchiera e annusa

Vediamo un po’! L’amico
in volto è colorito e d’umor gaio…
Non ci fa saper nulla…
e sorridendo elogia la fanciulla…
Ch’egli sia già rimasto al paretaio?
Quando Suzel vedrò, tutto conoscerò.

Scena IV

David e Suzel

SUZEL (con una brocca dirigendosi al  pozzo)

Ah, siete ancora qui?

DAVID

Sì, mi riposo.

SUZEL

Io l’acqua attingerò.

DAVID

Dammene un sorso.

SUZEL

Vo a prendere un bicchiere…

DAVID

Oh, non importa…
la brocca basterà…

SUZEL

Come volete…

DAVID (da sé)

La ragazza è carina…

SUZEL (gli porge da bere)

A voi! prendete!

DAVID (dopo aver bevuto)

È purissima e fresca…

SUZEL (c.s.)

Eccone ancora!

DAVID

Per ora no… fammi riprender fiato…
Ragazza, tu non sai ciò che pensavo?

SUZEL (impacciata)

In verità… signor…

DAVID

Presso la fonte,
porgendomi da ber, tu mi sembravi
Rebecca; e mi credetti Eleazaro.

SUZEL (subito)

Vi ridete di me?

DAVID

Non rido, no.

SUZEL

Ma che volete dir?

DAVID

Non sai la Bibbia?

SUZEL

Sì, la leggo ogni sera al padre mio.

DAVID

Ridimmi un po’ la storia di Rebecca!

SUZEL (impacciata)

Signor mio, non potrò…

DAVID

Che! ti vergogni?

SUZEL

Ho soggezione…

DAVID

Via, fatti coraggio!

SUZEL (dopo un po’ d’esitazione)

Faceasi vecchio Abramo, ed il Signore
lo aveva benedetto. Ei disse un giorno
al suo più vecchio servo: «Parti, va
nella natal mia terra, ed una sposa
scegli ad Isacco mio»

DAVID

«Ché tra le figlie
di Canahan, donna per lui non v’ha».

SUZEL

Ed in Mesopotamia il vecchio servo
fedele se n’andò; ma giunto ai pozzi
nei pressi di Nachor…

DAVID

Proprio così!

SUZEL

«Signor, ei disse, fa che la donzella
a cui prima dirò: porgimi l’anfora,
e che dirammi: “bevi” sia la sposa
d’Isacco».

DAVID

Brava!

SUZEL

E tempo non passò
che comparve Rebecca…

DAVID

Amata figlia
di Béthuel, figlio a Nachor, bellissima!

SUZEL

E il vecchio servo disse: «Oh, fa ch’io beva
un sorso di quell’acqua, per favore!
Ed essa a lui: «Ne bevi, o mio signore»
e l’anfora piegò verso quel vecchio.

DAVID

E sposa fu Rebecca… Ed ora, Suzel,
se a te dicessi, che porgesti l’acqua:
«Sono un messo del cielo, il mio signore,
che ha dovizia di case e campi e armenti,
non attende che te», che mi diresti?

SUZEL

Che dir potrei?… Non so… Giammai pensiero…

DAVID (fissandola negli occhi)

Giammai, davver?… E se, come Eleazaro,
ti dicessi: «Chi viene a noi dai campi?»
risponderesti tu come Rebecca,
nascondendoti il viso?

FRITZ (da fuori)

O Beppe, qua!

SUZEL (nascondendosi il viso nel grembiulino)

Ahimè! Mio Dio!

fugge nella fattoria

DAVID (con un sorriso di soddisfazione)

La sposa sua sarà!

Scena V

David e Fritz

FRITZ

Come va?

DAVID

Meglio assai… son riposato…
Ma… la campagna a te non viene a noia?

FRITZ

No, qui Suzel con garbo m’intrattiene…

DAVID

Suzel… difatti, ha qui con me parlato…
Mi piace… troverà presto marito.

FRITZ

Marito a lei! Ti pare?… è una bambina!…

DAVID

Ho il giovanotto che ci vuol per lei…

FRITZ (scaldandosi)

Essa rifiuterà…

DAVID

Non ci pensare!

FRITZ

Dell’antica mania non sei guarito?

DAVID

E mai ne guarirò. Parlo a suo padre
e le nozze, vedrai, si faran presto.

FRITZ (scattando)

Oh! no, non si faran perché non voglio…
Ah! finalmente… tu mi vieni a noia.
Lasciami in pace!

DAVID

A un vecchio amico parli
In questo modo?… Ma non mi spaventi
colle tue grida, non mi fai paura!

fa l’atto d’andarsene

FRITZ

David! David!

DAVID (ritornando)

Che c’è?

FRITZ

Vattene al diavolo!

David esce

Scena VI

Fritz solo

FRITZ

Quale strano turbamento
improvviso ora m’assale…
Da quel nuovo sentimento
agitato io sento il cor?
È l’amor da me deriso,
che si vendica e m’investe…
Dovran ridere sul viso
alla vittima d’amor?
No… son salvo… il rabbin m’aperse gli occhi…
Vo’ fuggir… Suzel qua non mi trattiene…

Scena VII

Fritz, Hanezò, Federico, poi Beppe

FEDERICO

Fritz, noi partiamo… addio!

FRITZ

Con voi ritorno anch’io…

HANEZÒ

Come, vieni in città?

FRITZ

Sì, voglio tornar via.

FEDERICO

Così presto, perché?…

FRITZ

Mi ha tediato la campagna!

HANEZÒ

Ma il rabbino dov’è?

FRITZ

Resta alla fattoria.

FEDERICO

Ma qui si perde tempo…

FRITZ (da sé)

Oh! povera mia Suzel!

BEPPE

l  biroccino si muove già.

FEDERICO

Che più s’aspetta?

FRITZ

Lesti, in città.

Scena VIII

David e Suzel

(Si sente il rumore del biroccino che si allontana)

DAVID

Sono i sonagli del biroccino…
E Fritz dov’è? Sta’ a vedere
che ha preso il volo!…

SUZEL

Signor rabbino!

DAVID (additando il biroccino)

Non vedi… là?

SUZEL (con un grido)

È lui!

DAVID (fra sé)

Oh, il vile! Il disertore!

SUZEL (desolata)

Ahimè partì!

DAVID

Piangi?… perché?…

SUZEL (confusa)

Non so…

DAVID

Via, fatti cor!

SUZEL

Ahimè ! Partito egli è!…

DAVID (fra sé)

Son lagrime d’amor!

CORO INTERNO Dl DONNE

L’amore che lontano se ne va
mai più ritornerà!

SUZEL (disperata)

Mai più… non tornerà! Ahimè!…


ATTO TERZO

La stessa scena del primo atto

Scena I

Fritz solo

FRITZ

Tutto ho tentato… tutto, e sempre invano…
L’ho lasciata laggiù, senza un addio:
ma l’immagine sua, pur da lontano,
m’appare mesta e mi richiama a sé.

VOCI INTERNE

Intrecciate ghirlande, o giovinette!
Giovani, un fior mettetevi alI’occhiello!
La bionda molinara è andata sposa
stamane col suo bello!

FRITZ

E da per tutto amor! Sempre Il destino
mi perseguita… Ahimè Si sposa a Franges,
a Mesnil si battezza… e fin due vecchi,
bianchi ed allegri, fan le nozze d’oro!…
Oh, questa pace come turba il core!
Come tutto mi canta: «Amore! Amore!»

Scena II

Fritz e Beppe

BEPPE

Buon giorno, Fritz! Ti volli salutare…
Perché triste così?

FRITZ

Nulla…

BEPPE

Una volta
venivi incontro con un bel sorriso…
Che cos’hai?

FRITZ

La tristezza mi tortura!
Pace trovar non so…

BEPPE

Povero amico!
Oh! lo conosco il male che tu soffri!…
e l’ho provato anch’io, né son guarito!…
E scrissi una canzon per consolarmi.
Non la conosci tu? Vuoi che la canti?
O pallida, che un giorno mi guardasti,
in sogno tornami!
Una dolcezza tal mi procurasti,
che ancor ne ho l’estasi!
Oh! che chiedevi tu, con gli occhi tuoi?
Ebbrezze o lagrime?
Pallida, torna a me, dimmi che vuoi,
ch’io nulla négoti!
Nulla ti so negar, pallida mia,
t’ho dato l’anima…
E su un tuo bacio dà la morte… sia!
Oh vieni, baciami!

FRITZ

Anche tu, Beppe, giungi a torturarmi
con le mendaci ebbrezze del pensiero?
Lasciami in pace… lasciami!

BEPPE

Men vo!
Povero amico!

Beppe esce

Scena III

Fritz solo

FRITZ

Ed anche Beppe amò…
Anche al suo cor si apprese
questa febbre fatale della vita!
Anch’ei si accese
del male che delizia e fa soffrir!

sospira

O amore, o bella luce del core,
fiammella eterna che il mondo ha in sé.
Mesta carezza, lieto dolore,
la vita è in te!
Blanda è la luce che a notte scende,
sfolgora il sole possente ognor,
pure il tuo raggio su tutti splende,
luce del cor!
Oh! splendi, eterna limpida face!
Spanditi, o palpito generator!
Oh! canta, canta, l’inno di pace:
la vita è amor!

Scena IV

Fritz e David

DAVID (fra sé)

L’amico Fritz fantastica d’amore!

avanzandosi

Ebbene, come va?

FRITZ

Lasciami stare!

DAVID

Lo so, lo so che non ti senti bene…
Dice la Bibbia: «Al solitario, guai!»

con mistero

Ho combinato tutto…

FRITZ

lo non intendo…

DAVID

Per le nozze di Suzel…

FRITZ

Che mi dici?

DAVID

Impallidisci?

FRITZ

Non mi sento bene!
Ma… di’ la verità… Suzel è sposa?

DAVID

Con un bel giovanotto, allegro e ricco…
Suo padre oggi verrà pel tuo consenso.

FRITZ

Ma… Suzel non sa nulla?

DAVID

Approva tutto.

FRITZ

lo nego il mio consenso…

DAVID

Oh! non lo dire!

FRITZ

Per farti rabbia m’opporrò…

DAVID

Fa pure!

Fritz esce

Scena V

David poi Suzel

DAVID (sorridendo)

Povero Fritz, l’amore in te si desta…
e una vera tempesta
s’agita nel tuo cor!

chiamando

Caterina…

Entra Suzel

Ah, sei tu, Suzel!

SUZEL

Signore, venni a portare
i frutti al mio padrone.

DAVID

Perché mesta cosi?… Piccina mia,
ti voglio sempre veder lieta, sai?
Che? Ti spuntan le lagrime? Fa’ cuore!
Quando ritornerò sorriderai!

esce

Scena VI

Suzel sola

SUZEL

Non mi resta che il pianto ed il dolore…
io non sogno che ai piedi suoi cader,
dirgli che tutto il core
vive del suo pensier!
Vorrei dirgli: ma tu dei miei tormenti
non comprendi l’orribile martir?
Ah! nel tuo cor non senti
che mi farai morir?

Scena VII

Suzel e Fritz

FRITZ

Suzel!

SUZEL

Signor!

FRITZ (fra sé)

Come s’è fatta pallida!

a Suzel

Che mi vuoi dire?

SUZEL

lo?… nulla…

FRITZ

E che mi venne
allora a raccontare David? Ch’eri
già fidanzata ad un bel giovinotto?

SUZEL

Ahimè!

FRITZ (con amarezza)

Credevo inver che tu venissi
a portarmi l’invito per le nozze.

SUZEL

Ah! non lo dite!

FRITZ

Perché piangi? Forse
non l’ami?… E perché mai lo sposi?

SUZEL

Il babbo così vuol.

FRITZ

IL babbo? Ma tu non l’ami?

SUZEL

No.

FRITZ

Rifiuta le nozze!

SUZEL

lo non ho core…
Ma voi che lo potete
salvatemi, signore!

supplichevole

Ah! ditela per me quella parola,
ditela al padre mio:
se anco dovessi al mondo restar sola,
m’assisterà il buon Dio!
Pel babbo, certo, è questa una gran pena,
io lo farò soffrir…
Ma pria d’aver al cor quella catena,
preferisco morir!

FRITZ

Suzel, tu n’ami un altro!

SUZEL

Un altro? Ah, no!

FRITZ

Confessa! dimmi il nome suo qual’è?

SUZEL

Ahimè!

FRITZ

Saper lo voglio! Ed io farò
ch’egli ti sposi.

SUZEL

No!

FRITZ

Sì, dillo a me!

SUZEL

Giammai, giammai, signor, prima morir!

FRITZ

Te ne scongiuro!

SUZEL

Ah, no! voglio partir!

FRITZ

Ma… s’io t’aprissi le mie braccia?

SUZEL

Oh, Dio!

FRITZ

Se ti dicessi: t’amo!

SUZEL

Èsogno il mio?

FRITZ

lo t’amo, t’amo, o dolce mio tesor,
soave immagine d’amor!
Di te soltanto
vivea, mio bene,
e sol di te vivrò!

SUZEL

Oh! parla, parla, imparadisa il cor!
Non oso gli occhi volger su di te!
O vivo raggio d ‘amor,
oh, splendi, splendi per me!
Il duolo, il pianto
e le mie pene,
tutto ora scorderò!

FRITZ

O Suzel mia, giammai, giammai sì amò di più!

SUZEL

lo t’amo, t’amo tanto! La vita mia sei tu!

Scena ultima

I precedenti, David, Beppe, Federico, Hanezò e Caterina

DAVID (comparendo, seguito dagli altri, sul limitare della terrazza)

Amici, ho vinto, ho vinto!

FRITZ

O buon rabbino, vinse l’amor! La vigna è tua!

DAVID

La vigna è di Suzel!

FRITZ

Che dici?

DAVID

E non si strinse patto fra noi
che ne sarei padrone?
E sia data alla tua sposa la vigna
dl Clairefontaine!

BEPPE e CATERINA

Bravo, rabbino! bravo!

FEDERICO (a Fritz)

Tu sposi, Fritz?

HANEZÒ

E noi che mai faremo?

DAVID

Per voi ci penseremo…
Se avete in petto il core,
lontana non sarà  l’alba d’amore!

FRITZ

O amore, o bella luce del core,
fiammella eterna che il mondo ha in sé,
mesta carezza, lieto dolore,
la vita è in te!

TUTTI

O amore, o bella luce del core,
fiammella eterna che il mondo ha in sé,
mesta carezza, lieto dolore,
la vita è in te!

Fine

 

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