Il tabarro

Musica di Giacomo Puccini
Libretto di Giuseppe Adami

Fonti letterarie: La Houppelande di Didier Gold.
Prima rappresentazione: 14 dicembre 1918, Metropolitan Opera, New York.
Prima rappresentazione italiana: 11 gennaio 1919, Teatro Costanzi, Roma.
Ciclo “Il trittico” con Suor Angelica e Gianni Schicchi.

Personaggi
MICHELE, padrone del barcone 50 anni
LUIGI, scaricatore 20 anni
IL “TINCA,” scaricatore 35 anni
IL “TALPA,” scaricatore 55 anni
GIORGETTA, moglie di Michele 25 anni
LA FRUGOLA, moglie del Talpa 50 anni
Scaricatori—Un venditore di canzonette—Midinettes.
Un suonatore d’organetto.
Due amanti

Libretto – Il tabarro

ATTO UNICO
Un angolo della Senna, dove è ancorata il barcone di Michele.
La barca occupa quasi tutto il primo piano della scena ed è congiunta al molo con una passerella.
La Senna si va perdendo lontana. Nel fondo il profilo della vecchia Parigi e principalmente la mole maestosa di Notre-Dame staccano sul cielo di un rosso meraviglioso.
Sempre nel fondo, a destra, sono i caseggiati che fiancheggiano il lungo-Senna e in primo piano alti platani lussureggianti.
Il barcone ha tutto il carattere delle consuete imbarcazioni da trasporti che navigano la Senna. Il timone campeggia in alto della cabina. E la cabina è tutta linda e ben dipinta con le sue finestrette verdi, il fumaiolo e il tetto piano, mo d’altana, sul quale sono alcuni vasi di geranii. Su una corda sono distesi i panni ad asciugare. Sulla porta della cabina, la gabbia dei canarini.
È il tramonto.

Quando si apre il velario, Michele—il padrone del barcone—è seduto presso il timone, gli occhi fissi a contemplare il tramonto. La pipa gli pende dalle labbra, spenta.

Dalla stiva al molo vanno e vengono gli scaricatori trasportando faticosamente i sacchi, e cantando questa loro canzone:

Oh! Issa! oh!
Un giro ancor!
Se lavoriam senza ardore,
si resterà ad ormeggiare,
e Margot
con altri ne andrà.

(Sulla Senna, di tratto in tratto, la sirena d’un rimorchiatore lancia il suo grido lugubre. Qualche cornetta d’automobile lontano.)

Oh! Issa! oh!
Un giro ancor!
Non ti stancar, battelliere,
dopo potrai riposare,
e Margot
felice sarà!

Oh! Issa! oh!
Un giro ancor!
Ora la stiva è vuotata,
chiusa è la lunga giornata,
e Margot
l’amor ti darà!….

(Giorgetta esce dalla cabina senza avvedersi di Michele. Accudisce alle sue faccende; ritira alcuni panni stesi ad asciugare; cava una secchia d’acqua dal fiume e innaffia i suoi fiori; ripulisce la gabbia dei canarini.
Finalmente si accorge che il suo uomo è laggiù, e facendo schermo con la mano agli occhi, tanto è vivo il riflesso del sole che tramonta, lo chiama:)

GIORGETTA:
O Michele?…. Michele?…. Non sei stanco
d’abbacinarti al sole che tramonta?

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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