Attila

Dramma lirico in un prologo e tre atti

Musica di Giuseppe Verdi
Libretto di Temistocle Solera

Fonti letterarie: Zacharias Werner, Attila, König der Hunnen.
Prima rappresentazione: 17 marzo 1846, Teatro la Fenice, Venezia.

Personaggi

Attila, re degli unni, Basso
Ezio, generale romano, Baritono
Odabella, figlia del signore d’Aquileja, Soprano
Foresto, cavaliere aquilejese, Tenore
Uldino, giovane bretone, schiavo d’Attila, Tenore
Leone, vecchio romano, Basso
duci, re e soldati, Unni, Gepidi, Ostrogoti, Eruli, Turingi, Quadi, Druidi, sacerdotesse, popolo di Aquileja, vergini di Aquileja, ufficiali e soldati romani, vergini e fanciulli di Roma, eremiti e schiavi.

La Scena durante il Prologo è in Aquileja e nelle Lagune Adriatiche; durante i tre Atti è presso Roma.

Epoca: la metà del quinto secolo.

Libretto – Attila

PROLOGO
SCENA I: Piazza di Aquileia

La notte, vicina al termine, è rischiarata da una grande quantità di torce. Tutto all’intorno è un miserando cumulo di rovine. Qua e là vedesi ancora tratto tratto sollevarsi qualche fiamma, residuo di un orribile incendio di quattro giorni. La scena è ingombra di Unni, Eruli, Ostrogoti, ecc.

CORO:
Urli, rapine,
Gemiti, sangue, stupri, rovine,
E stragi e fuoco
D’Attila è gioco.
O lauta mensa,
Che a noi sì ricco suol dispensa!
Wodan non falla,
Ecco il Valhalla! . . .
T’apri agli eroi . . .
Terra beata, tu se’ per noi.
Attila viva;
Ei la scopriva!
Il re s’avanza,
Wodan lo cinge di sua possanza.
Eccoci a terra,
Dio della guerra!
(Tutti si prostrano)


PROLOGO
SCENA II

Attila viene condotto sopra un carro tirato dagli schiavi, duci, re, ecc.

ATTILA (scende dal carro):
Eroi, levatevi! Stia nella polvere
Chi vinto muor.
Qui! . . . circondatemi; l’inno diffondasi
Del vincitor.
I figli d’Attila vengono e vincono
A un colpo sol.
Non è sì rapido solco di fulmine,
D’aquila il vol.
(Va a sedersi sopra un trono di lance e scudi)

CORO:
Viva il re delle mille foreste,
Di Wodano ministro e profeta;
La sua spada è sangiugna cometa,
La sua voce è di cielo tuonar.
Nel fragore di cento tempeste
Vien lanciando dagl’occhi battaglia;
Contro i chiovi dell’aspra sua maglia
Come in rupe si frangon gli acciar.

PROLOGO
SCENA III

Entrano Uldino, Odabella, e Vergini d’Aquileia

ATTILA: (scendendo dal trono):
Di vergini straniere,
Oh, quale stuol vegg’io?
Contro il diveto mio
Che di salvarle osò?

ULDINO:
Al re degno tributo ei mi sembrò.
Mirabili guerriere
Difesero i fratelli . . .

ATTILA:
Che sento? A donne imbelli
Chi mai spirò valor?

ODABELLA: (con energia)
Santo di patria indefinito amor!
Allor che i forti corrono
Come leoni al brando
Stan le tue donne, o barbaro,
Sui carri lagrimando.
Ma noi, donne italiche,
Cinte di ferro il seno,
Sul fumido terreno
Sempre vedrai pugnar.

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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