Ero e Leandro

Tragedia lirica

Libretto di Arrigo Boito.
Musica di Giovanni Bottesini.

Prima esecuzione: 11 gennaio 1879, Torino.

Personaggi

 ERO sacerdotessa di Venere soprano
 LEANDRO d’Abido tenore
 ARIOFARNE arconte di Tracia e re dei sacrifici basso

Sacerdotesse, Sacerdoti, Marinai, Pugili.
La tragedia ha luogo a Sestos, città marinara della Tracia, in riva all’Ellesponto.
Tempi eroici.

Prologo
Atto Primo
Atto Secondo
Atto Terzo

Libretto – Ero e Leandro

PROLOGO

Canto la storia di Leandro e d’Ero,
su cui son tanti secoli passati,
amorosa così, che nel pensiero
ritornerà de’ tempi ancor non nati,
eterna come il duol, come il mistero
d’amore che ne fa mesti e beati,
fiore di poesia, tenero fiore
che, irrorato di lagrime, non muore.
Canto pei cuori innamorati, canto
per gli occhi vaghi e per le guance smorte,
per quei ch’hanno sorriso e ch’hanno pianto
in un’ora di vita ardente e forte.
L’antico amor ch’io narro fu cotanto
che sfidò il mare, i fulmini e la morte.
Udite il caso lagrimoso e fero,
canto la storia di Leandro e d’Ero.

ATTO PRIMO

Nel fondo un lato del portico annesso al tempio di Venere, a sinistra la facciata del pronao. La scena è a cielo scoperto. Mirti, cipressi, platani, oleandri verdeggiano davanti alle colonne e da tutti i punti della scena. Nel mezzo la statua di Venere, a destra la statua di Apollo. La porta del pronao è aperta, vi sarà un’ara ardente sulla soglia. Nel fondo attraverso un intercolonnio del portico e dove le fronde si diradano si vedrà un lembo di mare tranquillo e d’orizzonte; la stella Venere brillerà sul mare. Ricorrono le afrodisie, festa della dea. All’alzarsi della tela il Coro è in parte chino, in parte prostrato verso la porta del tempio adorando. Sulla soglia del tempio sono disposte delle ghirlande, delle offerte votive, dei calici d’oro, delle conchiglie, dei rami di mirto; tre tempieri ed un neòcoro staranno sulla porta del pronao ad alimentare il fumo dell’incenso. Luce d’alba.
 
Scena prima
Coro
Sacerdotesse, Marinai.

SACERDOTESSE
Venere Urania.

MARINAI
Venere marina.

SACERDOTESSE
Ciprigna.

MARINAI
Citerea.

SACERDOTESSE
Afrodite!

MARINAI
Astartea.

SACERDOTESSE
Stella!

MARINAI
Regina!

TUTTI
Dèa!
L’inno s’innalzi per le vie dell’etra
col fumo della mirra e dell’incenso,
col suon che vibra dall’eterna cetra
dell’orbe immenso,
e colle visioni
dell’estasi e col vol
de’ fatidici alcioni,
e coll’aurora fulgida del sol.

SACERDOTESSE
Te beata! cantiam, trionfatrice
de’ numi e de’ mortali, a noi tu guata
dalla tua sfera ridente e felice,
o dèa beata!

MARINAI
Le labbra d’amorosa aura cocenti
ai baci arguti e alle blandizie incita,
ingentilisci i giorni oscuri e lenti
di nostra vita.

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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