Germanico sul Reno

Dramma per musica

Libretto di Giulio Cesare Corradi
Musica di Giovanni Legrenzi

Prima esecuzione: gennaio 1676, Venezia, Teatro San Salvatore.

Interlocutori:

GERMANICO generale soprano
AGRIPPINA moglie di Germanico soprano
CALIGOLA figlio di Germanico e Agrippina soprano
FLORO capitano d’una legione tenore
LESBO confidente d’Agrippina contralto
SEGESTE governatore nella Belgia basso
ARMINIO creduto morto in abito occulto soprano
CLAUDIA figlia di Segeste, e moglie d’Arminio soprano
LUCIO principe amante di Claudia soprano
ARISTEO mago basso
Un SACERDOTE del tempio tenore
Il TEMPO altro
La GLORIA militare altro
L’ ETERNITÀ altro
BELLONA soprano
Un FANTASMA mezzosoprano
ORACOLO contralto
La FAMA altro

Personaggi muti: Spettro rappresentante Orfeo, che suona. Cavalieri e Pretoriani con Germanico. Cori di Mori – Damigelle con Agrippina – Soldati con Floro – Belgici con Segeste – Soldati fuggitivi con Arminio – Damigelle con Claudia – Paggi con Lucio. Nell’introduzione coro dell’Ore, Giorni, Mesi, ed Anni con il Tempo; di Deitadi finte, con la Fama.

Occultando Tacito il nome della città nella quale era assediato dall’esercito d’Arminio Segeste, si prende licenza l’autore di figurarla Colonia come capo della Belgia.

Libretto – Germanico sul Reno

Altezza serenissima
Gli eroi devonsi consacrare agli eroi, e le grand’anime cercano per oggetto dimostrativo i gran principi. Consacro il Germanico a v. a. s. perché in lei viva si scorge la generosità di Germanico, essendo giusto, che il primo splendor dell’Italia riceva il lume al suo rinascimento da chi è il non ultimo sol delle Francie. Vide stupida la Germania a Germanico fiorir sul Reno gli allori di Cesare, e mira attonito il mondo rigermogliar sul Tamigi a chi serba nel petto la grandezza de’ cesari gli allori marziali, che già raccolti dalla gloria sulla tomba de gli atavi eccelsi passorno dall’occaso delle lor ceneri a l’alba serenissima della fronte di v. a. sempre nemica a gli occasi: e la Senna avvezza sotto il franco cielo da gli ercoli più sapienti ricevere dogmi del governo politico, dal senno di vostra altezza apprende con meraviglia la virtù de più saggi.
Degnisi dunque l’altezza vostra che è lo specchio della generosità ricevere quel Germanico, che vicino al suo gran lume è un’ombra, e con quell’animo, che è successivo de’ suoi gran poteri non isdegni il tributo d’un animo, che è tutto ossequio, con cui mi prostro.

  1. v. a. s.
    Venezia 27 gennaio 1676

Argomento
Fama va, che sulle sponde del Reno, non meno, che sulle paludi de l’Africa mostruosa pullulasse con teste rubelle l’Idra della Germania sconvolta, che infettando l’Italia quasi avvelenò sin sul trono latino il core augusto del monarca Tiberio: ma la destra di Germanico armata dal cenno di quel Cesare fu il braccio d’Alcide, che troncò le congiure; poi che volando dalle Gallie alla Belgia estinse li semi di ribellione, ed opportunamente sconfisse l’esercito d’Arminio capitano de Cherusci, e primo capo de’ seduttori, allora, che perfido assediatore di quella reggia intimava le stragi a Segeste, a cui già aveva rapita, e resa moglie Claudia bellissima figlia prima destinata alle nozze di Lucio. Così quest’eroe vincitore meritò dalla legge del romano imperante l’incoronazione di sue vittorie, essendo giusto, che quel Giove di cento regni ornasse d’alloro il Marte dell’Italia, illustre per cento trionfi; quindi è, che innamorato l’esercito della sua spada pretese innalzarlo al soglio romano acclamandolo imperatore, ma questi, che senza regno ancora era l’arbitro del cor de’ monarchi, e d’ogni regale fortuna, pria che stendesse la mano a lo scettro tentò immergersi nelle viscere il proprio ferro; ed insegnando alle sediziose legioni, che adoravano il di lui figlio Caligola, l’adorazione d’un animo più grande del romano imperio, allontanossi dagli occhi la pudica moglie Agrippina, e mostrò, che l’amore d’un vero eroe non cede a gl’affetti di cieco amore, o di più cieca ambizione.

Al lettore
Le voci fato, destino, paradiso, e cose simili sono scherzi poetici, non sentimenti cattolici, essendo l’autore professore della vera religione. Osserverai bensì con ammirazione la solita virtù del sig. maestro Legrenzi, che ha saputo colle di lui leggiadrissime note farti godere una musica, nella varietà, e bizzarria senza pari.

Introduzione

Scena unica
Reggia del Tempo.
Nella quale si vedono vari giri, che con moto diverso mostrano l’Ore, Giorni, Mesi, ed Anni.
Il Tempo sopra il globo della terra, Gloria militare, ed l’Eternità.

TEMPO
O del Tempo alate figlie
ore voi, che ‘l dì guidate,
su volate
stimolate
l’aureo corso ai cerchi erranti,
e gli anni del mortal durino istanti.
Gloria che sopraggiunge in macchina.

GLORIA
Ferma o degli anni, e degl’eroi famosi
emulo antico, e struggitor vorace:
questi è ‘l giorno fatale,
che dal fulmineo brando
di Germanico invitto ebbe la luce.

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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