Gloria cilea libretto

Gloria

Dramma lirico in tre atti

Musica di Francesco Cilea
Libretto di Arturo Colautti

Prima rappresentazione: Stagione di Carnevale-Quaresima 1906-1907, Teatro alla Scala, Milano.

Personaggi
AQUILANTE DE’ BARDI, Basso
GLORIA, Soprano
FOLCO, Baritono
LIONETTO RICCI, detto il Fortebrando, Tenore
IL VESCOVO, 2° Basso
L’ORVIETANA, Contralto

Nobili e popolani — uffiziali e guardie
Dignitari civici ed ecclesiastici — chierici e frati
Donne e fanciulle — banditori e valletti

Ambientazione: presso e dentro Siena sul declino del secolo decimoquarto.

Atto Primo
Atto Secondo
Atto Terzo

Libretto – Gloria

ATTO PRIMO
La fonte.
Piazzale a guisa di terrazzo con parapetti bassi. La turrita città si dispiega, salendo sul fianco del vitifero colle, dal cui sommo comanda — sacra rocca — la Cattedrale. Al piazzale tortuosamente si ascende dalla piana per gradi incisi nel masso tra sinuosi spalleggiamenti merlati.  Nel mezzo dello spianato, di contro alla prima porta guerresca, sorge una fonte monumentale, appena costrutta e ancor nascosta da steccati e da tele. E lì presso, appiè del muro maggiore, è una tribuna a baldacchino, leggiadramente pomposa.
 
La città tutta si adorna di giocondi palvesi bianco-neri, rossi col grifo d’oro rampante, bianchi con la lupa romana e i gemelli, vermigli a croce bianca, verdi con l’effigie di San Martino, azzurri col motto Libertas. Festoni di verzura ricorrono tra’ merli e gli aggetti delle mura vetuste. Nel fondo è la valle verdissima e fresca: biancheggian da lunge gli ultimi gioghi dell’Appennino. Pomeriggio di calen d’aprile.
 
Sulla tribuna, rimpetto all’assito, e sotto la grande insegna della Repubblica (in due campi orizzontali bianco e nero con l’effigie di Maria Santissima e la scritta: Civitas Virginis), è la Signoria col canuto Aquilante de’ Bardi, priore, tra quattro «comandatori» in toga scarlatta con la balzana nera sul petto e un’eburnea bacchetta in mano: a piè del podio araldi, alfieri e donzelli del Comune, senz’altr’arme che lo stocco. Sotto il baldacchino, più in alto, è il Vescovo in sacri paramenti circondato da canonici in cappamagna: indietro, un accolito reggente la gran croce episcopale d’argento: davanti, sul grado inferiore, due chierici co’ turiboli. — Sulla dritta son raggruppati quei di parte nobilesca, tra cui Folco de’ Bardi, capitan delle « Cinquantine » o compagnie di civica milizia; a manca, la contraria fazion popolare, divisa giusta le varie Arti, ciascuna col suo gonfalone.
 
Donne e fanciulli coronan le mura dentellate: altra moltitudine è in fondo alla via saliente: sull’alto della gran porta, nel fondo, stanno banditori e trombetti, e presso la fontana, ancor mascherata, alquanti artigianelli e maestri d’arte in atto d’attendere un comando.
 
Nobili e plebei, tutti, per comune consenso, sono intervenuti inermi alla civica festa inaugurale.
 
AQUILANTE.
Or si rinnovi il bando dell’indulto!

(Al suo cenno quattro trombetti con la dalmatica vermiglia, adorna dello scudo bianco-nero, e quattro banditori in assisa verde e turchina s’affacciano al parapetto merlato del piazzale, I trombettieri dan quattro squilli ai quattro venti.)

BANDITORI.
La Signoria significa: “Ciascun,
che per legge o per tema si parti,
in queste mura rientrar potrà
e rimanervi in piena securtà,
partecipando al giubilo comun,
fin che raggio di sol non tacerà…,

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
Per vedere il libretto completo diventa parte di "Opera Libretto Club".
È gratuito, basta che ti registri qui sotto (nel form dopo quello per gli utenti iscritti).
Se sei già iscritto, effettua il log in.

This content is restricted to site members. If you are an existing user, please log in. New users may register below.

Accesso per utenti iscritti
   
Registrazione nuovo utente
*Campo obbligatorio