La scala di seta
Farsa comica
Libretto di Giuseppe Maria Foppa
Musica di Gioachino Rossini
Prima esecuzione: 9 maggio 1812, Venezia, Teatro San Moisè.
Video dell’opera
Attori:
DORMONT tutore | tenore |
GIULIA pupilla | soprano |
LUCILLA cugina di Giulia | mezzosoprano |
DORVIL | tenore |
BLANSAC | basso |
GERMANO servitore di Dormont | basso |
Un Servitore.
La scena segue in una campagna nelle vicinanze di Parigi, in casa di Dormont.
Libretto – La scala di seta
Atto unico
[Sinfonia]
Il teatro rappresenta l’appartamento di Giulia. Una porta nel fondo e due gabinetti ai lati. Sul davanti, una porta vetrata che conduce ad un poggiuolo. Dirimpetto, una porta a griglia che guida ad una stanza. Queste due porte debbone essere situale faccia a faccia dello spettatore.
Una tavola coperta da un tappeto, un burò, sedie.
Scena prima
Giulia, e Germano, poi Lucilla.
[N. 1 – Introduzione]
GIULIA
(inquieta)
Va’ sciocco, non seccarmi,
qui sola vo’ restar.
GERMANO
(con flemma)
Pazienza un pochettino,
lasciatemi parlar.
GIULIA
Da te non voglio nulla.
M’hai tu ben ben capito?
GERMANO
(con riso sciocco e malizioso)
Capisco che vicina
a prendere marito
avete, o padroncina,
un po’ di convulsione.
Un’ottima lezione
perciò vi voglio dar.
GIULIA
(inquietandosi sempre più e passeggiando)
Non voglio sentir niente!
GERMANO
(andandole dietro)
Un savio colla barba…
GIULIA
Diventi impertinente!
GERMANO
ha detto già mill’anni…
Insieme
GERMANO
Che ognun che si marita
va a caccia di malanni!…
Non vo’ che andiate in collera;
saprò poi terminar.
GIULIA
Che dica ch’abbia detto
a me non preme un zero.
Non farmi andar in collera,
va’ via, non mi seccar.
(Germano parte.)
GIULIA
Son pur sola, alfin respiro.
S’allontani il caro oggetto.
Deh corona un dolce affetto
se pur senti amor pietà.
(s’avvia al gabinetto alla destra. Alla voce di Lucilla, che sorte, retrocede precipitosamente)
LUCILLA
Cugina, cugina!…
GIULIA
Un altro malanno!…
LUCILLA
Vi dice il tutore,
che in sala venghiate.
GIULIA
Verrò, ma frattanto
voi prima n’andate.
(Germano esce correndo)
GERMANO
Padrona, padrona…
GIULIA
Qui ancora scioccone!…
GERMANO
Mi manda il padrone…
GIULIA
Ho inteso, son lesta…
Insieme
GIULIA
Ma prima un affare
compir vo’ alla presta.
Andate voi altri;
verrò, non capite!
Uscite, finite,
mi fate inquietar.
(O cielo quest’alma
mi fan palpitar.)
GERMANO E LUCILLA
Lasciate l’affare,
di poi finirete.
Andiamoci insieme,
gran cose saprete.
Via via colle buone,
non serve gridar.
(Quei detti quel foco
mi fan sospettar.)
(partono dalla porta del fondo, che vien chiusa da Giulia)
Scena seconda
Giulia, e Dorvil.
(Giulia, chiusa la porta, apre il burò e ne trae una scala di seta, indi passa al gabinetto, e n’esce Dorvil)
GIULIA
Siamo sicuri. Uscite;
caro Dorvil sollecito partite.
DORVIL
O cielo! così presto?
GIULIA
Un giorno intero
vi par poco?
DORVIL
Un momento.
GIULIA
Eh al solito poggiuolo
questa scala attaccate, che vi serve
(gli dà la scala di seta, e poi va ad aprire la porta vetrata)
per venirmi a trovar, e tosto andate.
DORVIL
Ah! con quanto martir!
GIULIA
Perché?
DORVIL
A momenti
dée venir quel Blansac
destinatovi in sposo dal tutore.
GIULIA
Essendo vostra moglie
ei non mi può sposar.
DORVIL
Ma quando penso
alle espression d’amante
ch’egli sarà per farvi…
GIULIA
E che? geloso
siete tuttora? e mai
scaccerete da voi questa mania?
Non basta ch’io mi sia dinanzi all’ara
fatta segretamente a voi consorte?
Verrà la buona zia col cui consenso
v’ho sposata in segreto. Del tutore
per opra sua lo sdegno cederà.
E tutto allora in bene finirà.
DORVIL
E intanto?
GIULIA
A mezza notte
con il solito mezzo della scala
a trovar mi verrete,
e allo spuntar del giorno partirete.
Tutt’oggi, con periglio
che il tutor se ne accorga,
meco vi tenni. Egli or mi chiama: dunque
senz’altro indugio andate,
ed alla mezza notte ritornate.
DORVIL
Ubbidisco, ma ancora
non son le sei…
GIULIA
(vivamente)
Ogni cosa
vuoi rovinar?
DORVIL
No, no. Vado mia sposa.
(va al poggiuolo, attacca per di fuori la scala e scende)
Scena terza
Giulia, poi Dormont, e Lucilla
(Giulia dopo aver ritirato dal poggiuolo e rimessa nel burò la scala di seta, e chiusa la porta serrata)
GIULIA
Egli è sceso… respiro! Apriam la porta.
(va ad aprire)
A tempo egli è partito. Ecco il tutore.
(escono Dormont e Lucilla)
DORMONT
(un po’ risentito)
Per bacco! tutto il giorno
perché chiusa nel vostro appartamento?
Pensate che a momenti
ritorna qui Blansac
destinatovi in sposo.
LUCILLA
(vivacemente)
O com’è bello,
amabile, elegante, allegro!…
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