Lodoletta

Dramma Lirico in Tre Atti

Musica di Pietro Mascagni
Libretto di Giovacchino Forzano

Prima rappresentazione: 30 aprile 1917, Teatro Costanzi, Roma.

Personaggi

Lodoletta, soprano
La pazza, contralto
Maud, soprano
La vanard, soprano
Flammen, tenore
Giannotto, baritono
Franz, baritono
Antonio, basso
Un Portalettere, tenore
Voce Interna, tenore
Comari, Un Suonatore di Violino, gli Amici

Prima rappresentazione: 22 novembre 1898, Teatro Costanzi, Roma

Libretto – Lodoletta

Atto Primo

A destra la capanna di Lodoletta. Dietro la capanna un pesco fiorito. – A sinistra una fila di casette. – Nel fondo, un muro di cinta. – Nel muro un tabernacolo con una tavoletta, su cui è dipinta una Madonna. – Oltre il muro la strada, un laghetto, la campagna.

LE COMARI, I BIMBI, ANTONIO e GIANNOTO per la festa di LODOLETTA

Tramonto di primavera.

Le comari stanno adornando la capanna con tralci e fiori.

Il vecchio suonatore di violino è seduto in un angolo e rimette le corde al suo strumento.

I BIMBI (irrompono in scena correndo e gridando come una compagnia di balestrucci : giuocano a nascondello)

Cercalo cercalo,
prendilo prendilo,
uì uì uì !
cercalo qui !

(al bimbo che deve cercare e che è fuori).

aspetta ! aspetta !

(consigliandosi sul posto dove nascondere il bimbo che deve esser nascosto)

– Dietro la siepe ?
– Là nel cespuglio ?
– Dietro la casa !
– Vicino al pesco !…
– Vicino al pesco ?

(nascondendo il bimbo e chiamando l’altro che è fuori)

Sì !
Vieni ! Vieni !

(mentre il bimbo del carbonaio entra e cerca)

Acqua ! Acqua !…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Brucicchia ! Brucicchia !…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Brucia ! Brucia !…
Fuoco ! Fuoco !…

(è scoperto : tutti fuggendo via)

Ah ! Cercami, cercami,
prendimi, prendimi,
uì uì uì
cercami qui.

ANTONIO (esce dalla capanna e vedendo le comari affaccendate) :

Grazie comari
di quel che fate
per Lodoletta !

LE COMARI

È la sua festa
è la sua festa !
Qui deve sorgere
una foresta.

Profumi freschi,
vivi color,
una foresta
di frutta e fior !

LA VOCE DI GIANNOTTO

Quando all’alba il sol mi desta,
la prima canzone
la canto per te !
oilì – oilè !

(più vicino)

La canzone è sempre mesta,
o bimba tu sola
puoi dire perchè !
Oilì ! Oilè !

(Giannotto compare al di là nel muro, quasi sdraiato, sul carico di fieno, sopra il barroccio)

Lodoletta è tornata ?

LE COMARI

È ancora al mercato dei fiori.

GIANNOTTO (gettando loro un involto)

Prendete. Un regaluccio di mia madre.

LE COMARI (aprono l’involto, guardano)

Ah, che bellezza !
quale ricchezza !
È seta e trina !
Con questa Lodoletta
sembrerà una regina !

ANTONIO

Ringrazia e saluta la mamma !

LE COMARI

E tu non resti ?

GIANNOTTO

Vo’ a scaricare
il fieno e torno !

LE COMARI

Stasera c’è festa al villaggio !
Si balla e si canta
e senza lanterne
chè poi fa la luna
e il cielo è sereno :
bisogna tornare !

(Giannotto prosegue la sua strada ; le comari vanno a mettere il regalo fra gli altri che sono sul tavolo dentro la capanna).

ANTONIO

Tutti, tutti un regalo a Lodoletta…
Ed io soltanto nulla.
Ah !… che peccato non aver denaro
per farle la sorpresa…
gli zoccoletti rossi !…

(ai bimbi che corrono)

Qui ! Bimbi ! Qui !
Bisogna ripassar la canzoncina.

(al vecchio suonatore di violino)

Accorda ! Krebs ! Attenti.
Prima la riverenza ;
chi sbaglia, in penitenza.

(i bimbi si mettono in fila come per ripetere una lezione imparata).

I BIMBI

Serenata delle fate
in onor di Lodoletta.

(Si ode il rumore di una ricca sonagliera).

FLAMMEN e gli amici di Parigi
(Voci chiassose)

– Ferma ! Ferma ! – Sostiamo !
– Abbiamo sete !

(Una carrozza viene da sinistra e si ferma oltre il muro ; nella carrozza sono Flammen e Franz in allegra compagnia).

FLAMMEN (alle comari)

Cosa avete da darci ?

LE COMARI

Del latte fresco
da mungere.

FRANZ

Accidenti !
Non bevono che latte !

FLAMMEN

Mungetene un secchiello.

(le comari si avviano a sinistra).

FRANZ

Io preferisco
soffrir la sete !

FLAMMEN

No, devi bere il latte
magari alla salute
di Bàdinguet !…

FRANZ

Ah ! Taci.

FLAMMEN

Cosa temi ?
Sono in terra d’esilio !

FRANZ

Nulla potrà correggerti,
caparbio peccatore !
Ti ostini a beffeggiar l’Imperatore…
e deridi l’esilio !… ah, disgraziato !
In un paese al latte,
pudico e costumato,
tu, il Don Giovanni di Parigi,
come farai a vivere ?
tu, il pittore del vizio,
l’artista del peccato,
cosa potrai dipingere ?

FLAMMEN

Dopo tanto peccato,
un quadro di virtù !…

FRANZ

Ah ! Flammen virtuoso !…

LE COMARI (rientrando)

Ecco il latte,
munto adesso,
spuma ancora
tutto fresco !

FRANZ

Ahimè ! Povero Flammen !
Torneremo a riprenderlo cadavere !…

FLAMMEN

Brontoli ancora ?

FRANZ

Il candore de latte
mi fa nere le idee ;

(versa il latte a terra)

piango sulla tua tomba !

(si ride).

LA PAZZA (dall’alto della sua casetta improvvisamente guardando avanti a sè con gli occhi sbarrati e accennando) :

Comari ! Comari ! Guardate !
Ritorna ! Ritorna !

FRANZ E GLI AMICI

Che c’è ?

ANTONIO

Da dieci anni ha perduto il figlio in mare
e passa la sua vita alla finestra
aspettando che torni ;
tante volte le sembra… e grida… e poi…

LA PAZZA

Ah ! no, non è mio figlio !
Figlio, quando ritorni ?

T’ho serbato il tabacco asciutto asciutto,
nella madia c’è il pane che ti piace,
sul letto c’è il vestito delle feste,
nel cuore della mamma tutto il bene.
Figlio, quanto ritorni ?

LE COMARI

Forse domani,
Anna Maria !

FRANZ

Anche la pazza,
ah ! che allegria !
basta, basta, venite o vado solo !

LA PAZZA

Forse prima di notte ?

LE COMARI

Forse, Anna Maria !

(Franz e gli amici si sono avviati verso la carrozza, dopo aver dato alcune monete alle comari. Flammen ha scorto la Madonna dipinta che è nel tabernacolo ; ha preso in mano il quadretto e l’osserva. Antonio gli si avvicina).

FLAMMEN

È vostra ?

ANTONIO

È mia.

FLAMMEN

La compro.

ANTONIO

Venderla ?
E la mia bimba ?
Ogni sera la infiora !
Se non trovasse più la sua Madonna,
chi sa che pianti !
Farla piangere il giorno
della sua festa !…
oggi appunto finisce sedici anni…

FLAMMEN

Chi ?

ANTONIO

Lodoletta.

FRANZ

Flammen !…

FLAMMEN (a Franz)

Aspetta !

(ad Antonio)

Io non voglio far pianger Lodoletta.
Se voi me la prestate,
la copio e ve la rendo ;
v’offro in compenso una moneta d’oro !

ANTONIO

Una moneta d’oro !…
Ah ! se sapeste
cosa sarebbe
quel denaro per me.
Con quel denaro
anch’io potrei comprarle un bel regalo !…
Tutti glie l’hanno fatto ;
e l’avevo già scelto… immaginate :
due zoccoletti rossi…
per vederle i piedini nelle rose !
Ah ! sentite, sentite…
tornate a notte fatta
quando l’ha già infiorata
e s’è già addormentata,
allor ve la darò !

FLAMMEN

Sta benne. A voi.
Per i due zoccoletti a Lodoletta…
avrà i piedini bianchi fra le rose !…

ANTONIO

Grazie ! grazie ! Ed allora ?…

FLAMMEN

Tornerò a notte fatta !

GLI AMICI

Flammen ! Flammen ! Andiamo !

FLAMMEN

Eccomi !…

GLI AMICI

Presto !

(la carrozza riparte).

ANTONIO

Dicon che a far denari
coi nostri santi
portin disgrazia !
Oh ! Madonnina,
non l’ho fatto per me !…

Comari, debbo correre al paese !…
Ritorno subito.

LE COMARI

– Presto – Finiamo !
– Leva le sedie !
– Leva la scala…
– Presto ! – Presto !

(terminano di adornare la capanna).

Il sorriso di LODOLETTA

LODOLETTA (entra di corsa, tutta affannata, con un grande paniere sotto il braccio).

Comari ! Comari, che corsa !
ho corso per tutta la strada !
mi pareva mill’anni d’arrivare !
ah ! se aveste veduto !
Laggiù in mercato,
non mi lasciavano
più venir via !
Tutti d’intorno,
utti a gridarmi :
oh ! Lodoletta !
è la tua festa !
ti crescon l’ali !…
E poi carezze,
e poi regali,
e poi regali,
quanti regali !…
Ah ! venite a vedere
che cosa
c’è qua !

(si curva a terra e mostra i regali avuti ; le comari sono intorno a lei. Poi ella si rialza, e vede la capanna adornata).

Ah ! come è bello !
È troppo bello !
È una gran festa !
E non vi mancano
le lampadine
fatte di ribes
e d’uve spine !

La mia stanzetta abbaglia,
abbaglia tanto…
che fa vedir le lacrime !
Ah ! come è bello !

E babbo Antonio ?

LE COMARI

S’è recato al paese :
ora ritorna.

(mentre Lodoletta è nella capanna, i bimbi sono stati messi in fila dal vecchio suonatore di violino e cominciano la serenata. Lodoletta, alla sorpresa, si volge di scatto, e viene sulla soglia ad ascoltare, commossa e sorridente).

I BIMBI

Serenata delle fate
in onor di Lodoletta.
Questa notte per le strade,
tutte bianche dalla luna,
passeranno tante fate.

Piano piano, ad una ad una,
si ritrovan tutte qui.

Se ne accorgon solo i grilli…
Crì… crì… crì…

Si metton tutte in fila,
ti fan la serenata,
o bella sorellina
addormentata !

Le fate
non hanno violini :
suonano gigli
e gelsomini.

Stelle tremate !
Bimbi sognate !
Cantan le fate,
cantan le fate !…

LODOLETTA

Ah ! Voi cantate meglo delle fate !
Bimbi ! Bimbi !

ANTONIO (entra correndo)

Lodoletta !

(mostrandole un involto)

che cosa vi sarà ?
non lo indovini ?
Scommetti !…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Vi son gli zoccoletti !…

LODOLETTA

Gli zoccoletti rossi !

ANTONIO

Finalemente son tuoi !

LODOLETTA

Ah ! babbo mio !

ANTONIO

Ed un altro regalo del buon Dio !
Guarda ! Oggi è fiorito il pesco,
il pesco è in fior !

LODOLETTA

Ah ! Cogliete le rame !
Coglietemi le rame !
Per me, per la mia festa,
si sono aperti i fiori !

Intorno al mio lettino, questa sera,
le voci sentirò che m’addormentano.

Sono i fiori che cantano
al lume delle stelle.
E le mortelle odorano.
È Primavera !

E quando il pesco mette i fiori nuovi,
diventano biancospini tutti i rovi !

È primavera !

ANTONIO

Sì, Lodoletta !
Ti coglierò le rame più fiorite !

(va verso il pesco e scompare dietro la capanna).

GIANNOTTO

Lodoletta, la mamma t’ha mandato
un piccolo regalo, e poi ti dice
che ti vuol tanto bene
e che tu sia felice !
Avrebbe caro di vederti a casa
ed anch’io Lodoletta,
vorrei vederti sola…
non qui, fra tutti…
non in mezzo alla festa
ho una cosa da dirti…

LODOLETTA

Sì, Giannotto, verrò,
sì, verrò dalla mamma…
Adesso i bimbi aspettan per ballare,
e babbo Antonio
è già sul pesco !
Babbo, gettate i fiori,
gettate i fiori
mentre si balla !

(i bimbi attorniano Lodoletta e ballano).

ANTONIO (di sul pesco, gettando fiori)

A voi, bambini, a voi !
O Lodoletta,
a te i più belli !
Tu sei la gioia mia,
il mio conforto,
ogni anno sei più bella,
ogni anno sei più buona…

(grido)

Ah !

(si ode il rumore di un ramo che si spezza ; un grido : e il vecchio Antonio cade).

TUTTI

Antonio ! Antonio !

LODOLETTA

Oh ! babbo ! babbo !

(e un correre dietro la capanna ; un affollarsi di uomini e di comari intorno al pesco).

ALCUNE COMARI

– A casa, bimbi, a casa !
– Madonna Santa !

GIANNOTTO

Antonio ! Antonio !

LODOLETTA

Non risponde ?

GIANNOTTO

È svenuto !

LODOLETTA

Oh ! babbo !

VOCI

Alzalo piano.

LODOLETTA

È sangue ! È sangue !

LE COMARI

Zitta, non piangere !

VOCI

– Su, portiamolo a casa !
– No, no, al paese !
Al paese, al paese : all’ospedale.

GIANNOTTO

Su, sollevatelo :

LODOLETTA

Ah ! babbo babbo !
Per cogliermi dei fiori !

GIANNOTTO

Andiamo.

VOCI

Andiamo.

(E il piccolo corteo si allontana nel silenzio della campagna. – La sera è calata).

Il dolore di LODOLETTA

(Alcune comari restano. Altre soppraggiungono. Si formano dei gruppi).

DAI GRUPPI DELLE COMARI

– Povero Antonio !
– Dicono che ha venduto la Madonna !
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
– Non è vero, la Madonna è là !
Povera Lodoletta !

(Si vede tornar qualcuno di coloro che hanno seguito il corteo. Le comari si affollano intorno a chi viene, per aver notizie).

È la Vanard ! – Ebbene,
Vanard ?…

LA VANARD

È morto !

LE COMARI

E Lodoletta ?

LA VANARD

Povera bimba, non si riconosce !
Fa pena… è tanto pallida…
Che par di cera…
Non parla !
Voleva restar là…
Non han voluto
La conducono a casa…
Comari, che sciagura !…

(entrano nella capanna, tolgono i regali di sul tavolo – accendono la lucernina. Lodoletta ritorna ; la bimba pallida è sorretta dalle pietose amiche. Nel gruppo vi è Giannotto. Tutti entrano nella capanna ; Lodoletta si getta a sedere e nasconde il volto fra le braccia poggiate sul tavolo).

LE COMARI

– Per questa notte
– vieni con noi…
– Vieni coi bimbi…
– Vieni picccina…
– non rimaner qui sola !
– Vieni coi nostri bimbi…

LODOLETTA

No, comari ! lasciatemi, vi prego !
Voglio restare sola.
Voglio restare a piangere,
qui, dove tutto
di lui mi parla !
Povero babbo Antonio !
Povero babbo !
Per me !… Per me !
Per cogliermi dei fiori…

GIANNOTTO

La mia mamma t’aspetta,
è tanto buona, sai…
ti saprà consolare
ed anche tu, piccina,
potrai chiamarla mamma !

LODOLETTA

Grazie, Giannotto, grazie !
Non lascio la capanna.

(Le comari e Giannotto, a malincuore, si avviano fuori e lentamente si disperdono ; ultimo Giannotto.

La notte è calata. I comignoli delle casette fumano).

(Appena rimasta sola, Lodoletta solleva il volto e si guarda intorno… ovunque un ricordo vivo del suo vecchio… il cappello… la giacca…, i suoi arnesi… gli zoccoletti rossi, l’ultimo regalo…

Lodoletta bacia tutti questi ricordi, piangendo).

FLAMMEN (entra dal fondo, guarda come per riconoscere il posto)

È qui.

(scorgendo la Madonna senza fiori)

Stasera
gli zoccoletti nuovi
hanno fatto scordare a Lodoletta
d’infiorar la Madonna !

(si avanza verso la capanna, e, dalla finestra aperta scorge Lodoletta).

Una bimba che piange ?…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
(come risovvendendosi delle parole di Antonio)

È Lodoletta !
Piange, perchè ?

(chiamandola)

Lodoletta !

LODOLOTTA (nel sentire una voce nuova dà un grido, si alza e scorge Flammen)

Ah !

FLAMMEN (dalla finestra)

O Lodoletta, non aver paura !
Cerco il babbo, dov’è ?

(Lodoletta non risponde, si copre il volto con le mani e scoppia in pianto).

FLAMMEN (senza più esitare entra nella capanna)

Perché ?
Perchè piangi così ?

LODOLETTA (quasi non potendo parlare per i singhiozzi)

È caduto dal pesco…
Non è più qui
è rimasto laggiù
nella corsia… bianco… muto… freddo…

FLAMMEN

Il babbo ?

LODOLETTA (c. s.)

Non era il babbo.

Mi trovò piccina
in un cestin di fiori, là, sul lago,
e mi tenne con sè.
Non avevo che lui…
ora sono sola sola !
M’han sempre detto
che son nata da un fiore e da una fata
ed è una triste cosa !
Perchè le fate e i fiori
non sanno consolare !
In questa grande pena,
or che tutto nell’anima mi muore,
non c’è una voce che mi dia conforto,
non c’è nessuno che mi stringa al cuore !

FLAMMEN (come per non volere togliere le sue illusioni di bimba)

Oh, Lodoletta, i fiori
sanno consolare !

LODOLETTA

Voi li sentite, i fiori… quando cantano ?

FLAMMEN

Sì ! E se non piangi più,
io ti potrò ridire
le voci di conforto
che cantano per te.

(le asciuga gli occhi)

Ascolta !
Sono i fiori del bosco,
del giardino, del lago.

(come ripetendo il canto dei fiori)

Bimba, non piangere !
Come noi sul lieve stelo
volgi il capo profumato
verso il cielo !
Non sei sola… non è morto…
guarda… guarda… egli è risorto
nella stella più lucente…
chiudi gli occhi… chiudi gli occhi
e da lui sara vegliata,
o piccina, consolata !…

LODOLETTA (socchiudendo gli occhi come per obbedire alla voce dei fiori)

Voi… voi che intendete così bene i fiori…
chi vi manda ?…

FLAMMEN

La fata !

LODOLETTA

La Fata regina ?
Stanotte doveva
portarmi i sorrisi…
l’allegrezza… e invece…

(ella ha sempre gli occhi socchiusi e appare più calma come se veramente trovasse conforto nella visione promessale dai fiori).

FLAMMEN (dolcissimo, lievemente ; nella sua voce è la tenerezza colla quale si parla ai bimbi)

La fate regina
mi ha detto :
cammina…
cammina… cammina
e cerca una bimba piccina
che piange in ginocchi…
è sola ed è notte, carezzala,
asciugale gli occhi !

(Lodoletta vinta dalla stanchezza, affranta, come per una dolce ninna-nanna, ha reclinato la sua testa sulla spalla di Flammen e si è addormentata).

Assopita !…
assopita così, fra le mie braccia.
Oh ! piccola creatura,
chi sei ?… che cosa sei ?…
Io t’ho veduta ancora… io ti rammento…
un sorriso di cielo, un sogno, un fiore…
una piccola nuvola d’argento…

(Resta un attimo a guardarla ; esce.

Fuori, socchiude la finestra perchè la luna batte sul viso di Lodoletta ; quindi si avvia.

Giunto davanti alla Madonna, che è senza fiori, si guarda intorno come temesse di essere veduto… poi strappa un fascio di rose e le depone nel piccolo tabernacolo…)

Per Lodoletta !…

(esce).

È il plenilunio

Fine del Atto Primo

Atto Secondo

La stessa scena del primo atto. Ma non più il sorriso della primavera ; incombe la tristezza di un nebbioso autunno, grigio ed umido.
Nella capanna di Lodoletta vi è un cavalletto da pittore con una tela dipinta.
Flammen abita nella prima casetta a sinistra, davanti alla capanna di Lodoletta.

Un’alba di Novembre

(Lodoletta nella capanna, in ginocchio, prega, quidi si fa il segno della croce e si alza.

Passa davanti al quadro e si sofferma).

LODOLETTA (alla figura dipinta)

Oggi sarai finita,
oggi sarai perfetta
e Lodoletta avrà una sorellina !
Finita ! E tu sorridi !
tu puoi sorrider sempre,
sorellina felice !

(esce sulla porta e guarda verso l’abitazione di Flammen)

È ancora troppo presto,
è tutto chiuso !
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Vorrei trovare
un modo dolce per svegliarlo !…

Ah ! se fossi una vera Lodoletta
tutta fresca di timo e di ginestra,
spiccando il volo all’alba,
potrei volar lassù sulla finestra !

Mentre egli sogna,
battere ai vetri, piano, piano…
e subito dalla vergogna
fuggire, volare lontano !

Le Olandesine

(Arrivano dalla campagna le olandesine che protano il latte. – Si odono le loro voci).

LE OLANDESINE

All’alba di Novembre
grigia e mesta il sol non desta !
Su in cammino
chè San Guido
suona adesso
mattutino !

Ah !…

Vola, vola
con la brezza
mattutina
l’ala al piè,
per le strade,
tutte ghiaccie
dalla brina,
più veloce
ti trascina
che non sia cocchio di re !
l’ala al piè !

(le comari escono a prendere il latte).

LE OLANDESINE

È l’alba di Novembre
senza sole triste e scialba !
Su in cammino
chè San Guido
suona adesso
mattutino !

Ah !…

Vola, vola
con la brezza
mattutina,
l’ala al piè,
per le strade
tutte ghiaccie
dalla brina
più veloce
ti trascina
che non sia cocchio di re !
l’ala al piè !

I bimbi e FLAMMEN

(I bimbi, usciti fuor di casa al passaggio delle olandesine, ora si raccolgono e fanno strepito sotto le finestre di Flammen)

I BIMBI

Bu ! Bu ! Bu!…

LODOLETTA (correndo sulla porta)

Malandrini ! Zitti ! Zitti !
Lo fate per dispetto ogni mattina ?

I BIMBI (alcuni tirano dei sassi verso la finestra della casa di Flammen, altri percuotono tavolette e pezzi di latta)

Sì per dispetto :
veniamo a far rumore
per dar noia a quel pittore…
brutto brutto !

LODOLETTA (come per cacciarli)

Ah !

FLAMMEN (di dentro)

Chi è là ?

(i bimbi fuggono).

LODOLETTA e FLAMMEN

LODOLETTA

Sono stati i bambini ;
scusate, signor Flammen !

FLAMMEN

Ah ! ah ! meglio così !
Scendo al lavoro !

LODOLETTA

Vi preparo i colori ed i pennelli.

(entra nella capanna).

FLAMMEN (apre la finestra)

Ah ! ah ! i bimbi
i miei nemici,
stringon l’assedio,
si fan coraggio,
voglion cacciarmi
fuor dal villaggio !…

(annodandosi la cravatta e ultimando di vestirsi)

Dicono che al villaggio
fu rubato il tesoro !
Io sono il ladro.
Ed il tesoro

È una piccola… bimba
col capo inghirlandato d’ali bianche !
e le fiorisce in volto il fior più bello,
il fiore de sorriso !

(esce di casa e si avvia verso la capanna)

Che mattinata grigia !

LODOLETTA

Tutto è già pronto.

FLAMMEN

Brava ! al lavoro !
Debbo soltanto dare
gli ultimi tocchi
al tuo sorriso !

(si dispone a dipingere)

E perchè non sorridi ?
Piccina, che cos’hai ?

(Lodoletta ha preso un libro e si è messa in posa).

LODOLETTA

Nulla !

FLAMMEN

Eppure ne’ tuoi occhi
passa un pensiero triste !
Qual’è questo pensiero ?
Dillo, piccina.

LODOLETTA (accennando il quadro)

Oggi sarà finito !

FLAMMEN

Ebben che cosa temi ?
Sarà finito questo !
Ma questo à il primo
fiore sbocciato dall’incanto nuovo !…
Ne sbocceranno ancora !…

LODOLETTA

Ah ! gl’incanti svaniscono !

FLAMMEN

Ma non l’inccanto della tua purezza !
Chi potrebbe turbarlo ?
O mia piccina,
s’io stesso lo tentassi
sai, la fata regina
m’ordinerebbe : vai, fuggi !
E allora… Lodoletta,
piuttosto, fuggirei !

LODOLETTA

Ah ! a Parigi !

FLAMMEN

Come sai ?

LODOLETTA (accennando il libro)

È scritto qui,
dov’è la vostra casa di Parigi !

FLAMMEN

Ebbene ?

LODOLETTA

La vostra casa
è bella bella ?… Bella
più della mia capanna ?

FLAMMEN

No !

LODOLETTA

Giurate !

FLAMMEN

Giuro !

LODOLETTA

E laggiù non avete
un’altra Lodoletta
che v’aspetta piangendo ?

FLAMMEN

No !

LODOLETTA

Giurate !

FLAMMEN

Giuro !

LODOLETTA

Ah ! la mia grande spina è tolta !
Allor perchè pensate di partire ?

FLAMMEN

No, no, non partirò !

LODOLETTA

Mai ?

FLAMMEN

Mai !

LODOLETTA (ridendo)

Ah !

FLAMMEN

Così ! Così !… Sorridi !…
Sorridi ancora !

(si pone con entusiasmo a dipingere)

Fior di sorriso !
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Finito ! Guarda !

LODOLETTA (ammirando)

Ah ! Signor Flammen !…

(guardano il quadro in silenzio)
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
(nel fondo compare il portalettere – i bimbi lo attorniamo).

IL PORTALETTERE

Alla mamma ! A Kate !
alla Vanard !

(i bimbi con le lettere vanno via)

          (a un altro)

Chiama il pittore !

UN BIMBO (si affaccia alla porta della capanna)

Signor pittore !

FLAMMEN

Ah !

(esce, prende la corrispondenza, apre una lettera)

La mia grazia ?…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Gli amici vengo qui !…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Bisogna prevenirli !…

(nasconde la lettera)

Lodoletta,
vado al paese.

LODOLETTA

Ve n’andate ?

FLAMMEN

Vado a prenderti i fiori !

LODOLETTA

Tanti fiori !

FLAMMEN

I più rari e i più belli.

LODOLETTA, i bimbi e il villagio

(Flammen esce ; i bimbi, vedendolo uscire, si nascondo ; appena passato, gli fanno boccacce e sberleffi).

I BIMBI

Brutto ! Brutto !
Forestiero !

(Lodoletta è entrata a destra ; i bimbi vengono verso la casa).

UN BIMBO (guarda dalla finestra)

Non c’è nessuno !…

(schiudono pian piano la porta, entrano, si trovano davanti al quadro)

Ah ! come è bella !
È Lodoletta viva !

LODOLETTA

Sono tornati i bimbi !

I BIMBI

Come è bella !

LODOLETTA

Non è vero ?
Ed allora non chiamate
brutto brutto quel pittore !

I BIMBI

– Sembra fatto dalle fate !
– Guarda gli occhi ed i capelli !
– Son dipinti coi pennelli !…
– Vedi, vedi sono qui,
– io lo so si fa così…

LODOLETTA

Fermi, fermi, non toccate !

I BIMBI

Come è bella !
se apre bocca,
ci racconta
una novella !
Ci hanno detto che non sai
raccontar più le novelle !

LODOLETTA

Chi ve lo ha detto ? bimbi, non è vero ;
so ancora le novelle,
so raccontare ancora le più belle,
sono ancora la vostra sorellina !
Venite, ch’io vi tenga fra le braccia
come un fascio ci fiori !

I BIMBI

Ah, Lodoletta !

LE COMARI (sono uscite, cercano i ragazzi)

– Dove sono ?
– Vuoi veder che son da lei ?
– Bimbi ! Bimbi !

I BIMBI (alzandosi di scatto e fuggendo impauriti)

C’è la mamma !…

(Giannoto è apparso dal fondo)

LE COMARI

Non volete capirla ?
Non dovete andar più da quella donna !
A casa ! Via !

LODOLETTA (di sulla porta con gran dolore)

Perchè ? Perchè ? Vanard ?

(la Vanard, senza nemmeno voltarsi, entra in casa e chiude l’uscio).

GIANNOTTO

Lo vedi Lodoletta ?
Se in quella sera triste
tu m’avessi ascoltato,
non avresti a patir tanti dolori !
Io t’offrivo una vita ben diversa…
Oh ; quante volte
solo solo… m’illudo in questo sogno…

E allor ti vedo bella e rigogliosa
tra le spighe, tra i fior… di sole accesi !
Sei Lodoletta mia, sei la mia sposa !
E sento da lontano pei maggesi,
nel placido silenzio della sera,
la tua voce cantar la primavera !

Poi, quando torno in me e penso invece
che tu sei qui… con lui…
Quanto piango per me !
quanto piango per te !…

LODOLETTA

E quali cose brutte puoi pensare
per piangere per me ?
Io non so immaginarlo !
Io mi domando
se ho fatto del male !
E mi ricordo
che babbo Antonio
– povero babbo Antonio – mi diceva :
” Far del male vuol dire fare un cosa
che poi si deve
tener nascosta
per la paura
per la vergogna ! “.
Io vivo all’aria, al sole ed alla brina,
la mia capanna è aperta
sera e mattina !…

Tu non dovresti piangere, Giannotto,
dovresti anzi, difendermi !
Dovresti dire a tutti :
non fate più soffrire Lodoletta,
non siate più cattivi
con lei che è sempre buona,
datele ancor la vostra tenerezza,
lasciatele il sorriso dei bambini !

GIANNOTTO

Vuoi ritrovar l’affetto del villaggio,
il sorriso dei bimbi ? Ebbene, fuggi,
fuggi quell’uomo !

LODOLETTA

Perchè dovrei fuggirlo ?

GIANNOTTO

Perchè quell’uomo
sarà la tua sventura !

LODOLETTA

Lui la sventura mia ?…
Fare del male lui che è tanto bravo !
che è tanto buono !

GIANNOTTO

Ma non lo vedi,
non lo senti che l’ami ?
Ah ! l’ami tanto ?!

LODOLETTA

Giannotto !

GIANNOTTO

E mi domandi
perchè piango per te ?!
È perchè penso
al giorno in cui sarai l’abbandonata !
E ti saprò qui sola, sola, sola !
E quando passerai per il villaggio,
dovrò avere anche l’ultimo dolore
di vederti accennata,
e di sentire gridare :
quella è stata l’amante del pittore !

(Lodoletta dà un grido e corre nella capanna. Alcune comari sono uscite fuori ; vedono Giannotto, comprendono e tacciono. Giannotto si ricompona e, fingendo indifferenza, asciugandosi di nascosto una lacrima si allontanta ; le comari rientrano).

GIANNOTTO (allontanandosi)

La canzone è sempre mesta,
O bimba tu sola
puoi dire perchè !
Oilì ! Oilè !

L’amore di FLAMMEN

FLAMMEN (entra dal fondo, guarda intorno)

Nessuno ! Respiro !
Ho temuto che fossero venuti
e avessero parlato a Lodoletta !
Cosa m’importa
della mia grazia ?
Ritornare a Parigi ?
alla vita di prima ?
No : l’ideale
dell’arte e della vita è qui ;
Io voglio restar qui con la mi bimba
sempre sempre vicino a Lodoletta !

(entra nella capanna e vede Lodoletta piangente)

Che cos’hai Lodoletta ?
È venuto qualcuno qui a cercarmi ?…
Tu hai pianto, perchè ?
Non avevo più visto le tue lacrime !…

(le prende la testa fra le mani)

Anche così sei bella ! Sei più bella !
Sei bella, Lodoletta !

LODOLETTA (sfuggendogli, turbata)

Signor Flammen, lasciatemi !

FLAMMEN (sorpreso – commosso sempre più)

Lodoletta… perchè…
è strana la tua voce…

Mi sfuggi… sei sbiancata…
Tu tremi… tremi
tutta corsa da un palpito.
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
          (erompendo)

Ah ! Lodoletta ! Questo grande fremito
è la tua primavera che si desta,
che ti sboccia nell’anima e nel cuore,
che chiede sole !
E fiori ! e amore !
Io pure tremo d’un palpito nuovo…
È il nostro primo amor !
Il primo amor !

LODOLETTA

Ho paura ! Ho paura !

FLAMMEN

È la paura del fiore che nasce
e teme che il sole lo abbruci !
Fiore divino, ti crescon gl’incanti
se lasci che il sole ti baci !

LODOLETTA

No ! Signor Flammen, no !
Se il fior della purezza è colto, muore,
e l’incanto è finito !
Lo avete detto !
” Se l’incanto svanisse, io fuggirei ”
Flammen, v’imploro,
fuggite via, lasciatemi !
Fuggite via, lontano !

FLAMMEN

Io fuggire ? Lasciarti ?…
Tu mi chiedi di piangere per sempre !

LODOLETTA

Signor Flammen ! Voi siete nel mio cuore
come Dio sull’altare !
Deh ! non fate che debba ricordarvi
come la mia sventura !

(come in un supremo addio)

oh ! Flammen ! Flammen !

(fugge).

FLAMMEN (fa per slanciarsi, ella rinchiude l’uscio della stanza)

Ah ! Lodoletta ! Lodoletta mia !

(si frena, tutto agitato e sconvolto)

Flammen ! Flammen !… che tenti ?…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Bimba, piccina mia…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Sì fuggire !… Fuggire !…

          (fugge).

Fine del Atto Secondo

Atto Terzo

A Parigi. A sinistra la villa di Flammen. A destra il giardino. Nel fondo la cancellata. Al di là della cancellata il boulevard.

L’ultima notte dell’anno a Parigi

La villa di Flammen è illuminata. Flammen ha invitato amici ed amiche per una festa.

Sul boulevard passa la folla che si avvia ai ritrovi notturni. Gridi, trombette, canzoni… carrozze che passano.

UNA VOCE

L’anno muore,
l’anno nasce,
tutto viene,
tutto va !
Via nella Senna
ogni dolore !
Oh ! che piquette da nonno Gojot !
Vieni, Margot !

ALTRE VOCI

…E vengon dal faubourg
stanotte le donne per fare all’amor !
Le donne del faubourg
non hanno eleganza nel farre all’amor !

(urli, proteste)

UNA VOCE

E quanto mezzanotte scocca
fatti baciare da una bella bocca.
e conta quanti baci ti darà !

          (la comitiva passa)

UNA VOCE E ALTRE VOCI

Tanti baci,
tanti giorni
per te lieti
l’anno nuovo porterà !…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Anno nuovo ! Nuovi amori.

(Dalla villa arriva il suono di un valzer ; si vedono, attraverso le finestre le ombre delle coppie che ballano).

Il rimpianto di FLAMMEN

FLAMMEN (esce seguito da Franz che, appena fuori, si alza il bavero del frak per il freddo)

Ah ! lasciami !… La festa…
le danze… i vini…
quelle donne… mi tediano e mi turbano.

FRANZ

Capisco… ma fa freddo !

FLAMMEN

Non mi diverto più !

FRANZ

Comprendo… ma si gela !

FLAMMEN

Io mi ero illuso di poter rivivere
la mia vita di prima. Non è possibile !
Ho sempre lei nell’anima !
Ho sempre lei nel cuore !
E questa sera
sento ancora più vivo il mio rimoso !

FRANZ

Ma rimorso di che ?
Non sei venuto via ?…
Io capirei il rimorso
se tu fossi rimasto !

FLAMMEN

Ma l’ho lasciata
senza un aiuto,
povera e sola !

FRANZ

Hai fatto tutto quello che hai potuto !
Io stesso sono andato
laggiù fino in Olanda, al suo villaggio,
per portarle un soccorso.
La bimba era scomparsa !
E si capisce bene :
vedendosi il villaggio tutto ostile,
avraà pensato
di andare altrove
a vender fiori !
A quest’ora sarà già consolata !
Segui l’esempio suo,
consolati anche tu ! Fa’ come lei !

(irritato)

Fa’ quel che vuoi,
ma non tenermi più qui fermo al gelo !
Basta !

(si avvia in casa)

Ora scateno la brigata !

FLAMMEN

Se Franz dicesse il vero !
Se fosse già tranquilla e consolata !…
No, sento che non è !
Eppure
non ha voluto che la ritrovassi,
ed ha lasciato vuota la capanna !

Lodoletta è fuggita…
volata via !
Ah ! dove avrà posato
ora che i rami sono senza fronde
e i prati senza fiori ?

Ah ! ritrovarla nella sua capanna
tutta piangente come quella sera…
arrivar piano piano e rivederla
come la vidi in quella primavera !

Oh ! Lodoletta sono ritornato
son ritornato e resterò con te !

Dorme il villaggio e noi siam soli soli,
io tengo la sua testa sul mio cuore
ed è tutta una vita che finisce
ed è tutta una vita che fiorisce !
Oh ! perchè Lodoletta io ti lasciai ?
Oh ! Lodoletta mia dove serai,
dove sarai ?…
dove sarai ?…

(scoppia in singhiozzi).

Le amiche di FLAMMEN

(La brigata degli amici e delle amiche si affaccia alla porta e schernisce Flammen)

LA BRIGATA

No ! No ! Non è più Flammen !
Lo rinneghiamo !

FRANZ

È il simbolo vivente
dell’anno moribondo !

MAUD

L’Olanda l’ha cambiato !

LA BRIGATA

– No, no, non è più Flammen !
– Dommiam ribattezzarlo !
– Ribattezziamolo !
– Werther !
– Tristano !
– Amleto !

MAUD

Romeo !

TUTTI

Romeo ! – Ah ! ah !

MAUD

Comincia a nevicare : vieni in casa !

FRANZ

Morir d’amore passi !
Ma non di mal di petto !
Non è elegante !

LA BRIGATA

Vieni, Romeo !

MAUD (prendendolo a braccetto e guidandolo in casa, gaiamente)

Non ci pensar ! La bella olandesina
a quest’ora sarà col fidanzato
a finir bene l’anno in allegria !

(tutti entrano, ridendo ; il frastuono si perde dentro la casa ; il valzer riprende e poi termina).

L’amore di LODOLETTA

(Da lontano appare Lodoletta, lacera, sfinita, irriconoscibile)

LODOLETTA

Ah ! il suo nome !
È qui ! È qui !
È la sua casa !

(entra)

Sono nella sua casa !

(cade in ginocchio e bacia la terra. Si solleva con gli occhi pieni di lacrime di gioia)

M’aspettava !
Il cancello socchiuso,
la casa illuminata ed ogni notte
sarà stato così…
Quanto m’avrà aspettato !
Quanto avrà pianto !

Questo pensiero ha dato a Lodoletta
la forza di volare tanto !… tanto !
Poveri zoccoletti, quanta strada !
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Ho sofferto la fame… il freddo… il sonno…
ed ogni sera al tramontar de sole,
quanta paura !

Ora non soffro più, non ho paura ;
sono vicina a lui e possi dirgli :

Flammen, perdonami ! Non pianger più !
Son io ! Son Lodoletta !
Non potevo più vivere
senza di te !
Ho abbandonato tutto… son fuggita…
son venuta ad offrirti la mia vita !
Il mio signore e l’amor mio sei tu !
Flammen, perdonami ! non pianger più !

(Si avvia verso la villa : fa per entrare… ma un’onda di allegria passa per la sala terrena : si ode il valzer che riprende, si vedono le coppie che ballano)

No, non è la sua casa !…
Qui c’è una festa !
Ah ! quante donne.
Come son belle.
Come son ben vestite…
No, non è la sua casa…

(con un grido straziante)

Ah ! Flammen ! Falmmen !
È lui !… È là !… È Flammen !

(indietreggia per guffire…affranta, sfinita, incespica, cade… gli zoccoletti le sono usciti dai piedi… Vuol rialzarsi, non può).

La morte di LODOLETTA

Via !… Via !… Fuggire !…
O cuoricino mio, non ti spezzare…
dammi ancora la forza,
dammi ancora la vita
per fuggire lontano…

(tenta ancora di alzarsi)

Ah ! come sono stanca… quanto soffro…
dormire, ho freddo… ho freddo…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Bimbi del mio villaggio,
venite tutti, incappati di bianco…
nella piccola cassa di legno…
raccogliete la vostra…
sorellina che è qui morta…
e sulle vostre spalle
portatela laggiù…
presso il laghetto…
nel cimitero bianco…
Voglio la fossa accanto a babbo Antonio !…
Flammen ! pietà, pietà !
Un girono mi chiamasti :
” il fiore del sorriso ”
tu mi dicesti : ” bella ” ed io tremai…
Guardami, guardami !
Son tutta lacera,
son livida di freddo…
ma son così per te, per amor tuo…
dimmi ancora che m’ami
abbi pietà di me
io t’amo ! io t’amo !…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Ah ! Flammen, Flammen !
Stringimi tanto… tanto…
tanto… baciami Flammen !…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
Ah ! m’hai baciato…
tu m’hai baciato…

(con un filo di voce)

sì… sì… dormire
fra le tue braccia.. scaldami…
Flammen, baciami ancora…
baciami ancora… baciami…

(reclina sotto la neve. Un orologio lontano batte la mezzanotte, la neve cade fitta).

UNA VOCE (lontana)

E quando mezzanotte scocca,
fatti baciare da una bella bocca !…
.  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .  .
(le canzoni riprendono. La brigata spalanca la porta della villa ed esce, imbacuccata, per andare a Montmartre).

FRANZ (a Flammen)

Vieni anche tu,
vieni a Montmartre !

LA BRIGATA

Vieni !

MAUD

Vieni a cominciar l’anno in allegria !

FLAMMEN

No, non ne ho voglia !

FRANZ

E allora
buona notte, misantropo !

LA BRIGATA (la brigata si allontana intonando una canzone allegra)

Buona notte !

FLAMMEN (appena solo manda come un respiro di sollievo. Fa per tornare in casa. Camminando, calpesta gli zoccoletti laceri perduti da Lodoletta)

Ah ! Che cosa c’è ?
Che cosa c’è per terra ?

(si curva e raccoglie… un tremito convulso lo invade. Gli zoccoletti gli cadono di mano. Egli si forza per dominarsi)

Chi ha osato d’irridermi
di ferirmi così
con uno scherzo vile ?
Ma no… nessuno…
nessuno poteva sapere…
E allora… allora
Dio ! Non volere che diventi folle !…
allontana da me
un pensiero… un pensiero
ho paura ! ho paura !

(gridando e guardandosi intorno come preso dalla paura dell’ignoto)

Chi c’è ? Chi c’è nel giardino ?
chi è entrato ?
chi c’è ?… chi c’è…

(volgendo qua e là goi occhi sbarrati, ha scorto sopra un cespuglio una mano bianca…)

Dio di pietà…
Questa è la mia pazzia !

(corre verso il cespuglio)

Ah ! Lodoletta !
Anima mia !
Come ? Come sei qui !
Come venisti ! Dimmi !
Ah ! Lodoletta, parla, parla !… Ah !…

(ha afferrato quel piccolo corpo rigido, lo ha stretto al suo petto… e adesso piomba a terra sempre abbracciata alla sua morticina, gridando come un folle) :

Morir con te !
Morir con te !…

Fine