Olivo e Pasquale

Melodramma giocoso in due atti

Libretto di Giacomo Ferretti
Musica di Gaetano Donizetti

Fonti letterarie: Olivo e Pasquale, commedia di Antonio Simone Sografi (1794).
Prima rappresentazione: 7 gennaio 1827, Teatro Valle, Roma.

Personaggi:
OLIVO, baritono
PASQUALE, basso
ISABELLA, figlia d’Olivo, soprano
CAMILLO, giovine di negozio, contralto
MATILDE, cameriera d’Isabella, mezzosoprano
MONSIEUR LE BROSS, mercante di Cadice, tenore
COLUMELLA, povero gentiluomo, viaggiatore, buffo
DIEGO, servo in casa de’ due fratelli, baritono

Coro di camerieri, giovani di negozio, marinari, servi

La scena è in Lisbona.

 

Libretto – Olivo e Pasquale


ATTO PRIMO

Sala comune in casa dei due fratelli con due porte in
fondo. Quella a destra degli attori è in comune, quella a
sinistra conduce agli appartamenti d’Isabella. Tavolino
con molte carte, libro da registro diconti e recapito da scrivere.
Due fogli scritti stracciati in terra. Quattro sedie.

Scena prima
Camillo a tavolino impazientandosi nel fare un conto,
che straccia e calpesta ponendosi a passeggiare;
Matilde che entra con la spazzola per spolverare dalla
comune; poi Olivo seguito da Diego; indi Columella
ed il Coro con carte, e mostre di generi coloniali
dalla porta medesima.

CAMILLO
Maledetto questo conto!
Per tre volte l’ho tentato,
per tre volte l’ho sbagliato.
Non lo posso indovinar.

MATILDE
(burlandolo)
Ci vuol sangue freddo assai
nel far conti, o mio signore,
e non può chi fa all’amore
con pazienza ragionar.

CAMILLO
Ah! la barbara mia stella
negli abissi mi piombò!
La mia povera Isabella
io per sempre perderò!

MATILDE
Un progetto originale,
proprio Amor vi consigliò!
Un meschino scritturale
nozze grandi si sognò.

Camillo fa atti di disperazione e Matilde, deponendo
la spazzola, lo prende sotto il braccio e lo conduce
sull’innanzi del teatro.

MATILDE
Ragazzaccio! Perché queste scene?
Senta a me che gli parlo per bene,
scritturale qui siete: ecco tutto:
a danari qual pomice asciutto;
ma a miserie non bada l’amore,
e una botta vi diede nel cuore.

CAMILLO
Chi poteva vedere Isabella
così cara, sì buona, sì bella,
né sentirsi un incendio nel petto…

MATILDE
Queste smanie non servon con me.

CAMILLO
M’ama

MATILDE
É vero: fin qui non v’è male.

CAMILLO
Ma ha un papà d’un umore bestiale;

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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