Pinotta

Idillio in due atti

Musica di Pietro Mascagni
Libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti

Prima rappresentazione: 23 marzo 1932, Teatro del Casinò di Sanremo.

 

Personaggi

Pinotta, filatrice: soprano
Baldo, operaio: tenore
Andrea, loro datore di lavoro: baritono

Libretto – Pinotta

LA VOCE DEGLI ZEFFIRI
(dall interno)
Di primavera
Gli zeffiri noi siamo
Che da mattina a sera
Per piani e monti
Per laghi e fiumi erriamo
E dei fiori profumi
De’ rosignoli il pianto
Via per glia per ti cieli diffondiamo
Or di due cori amati ricantiamo
La dolce historia…
Udite, udite o belle
Fanciulle, o forti giovani,
L’idillio nato al lume delle stelle!

PRIMO ATTO

(L’interno di una filanda, in Lombardia. Vasta
sala dagli ampi finestroni: a destra lunga riga di telai;
a sinistra, gli arcolai e le bacinelle per bagnar la
seta. Una grande immagine della vergine, un
crocifisso alla parete. È l’ora del primo mattino.
Il giorno si fa sempre più luminoso, a poco a poco)

CORO DELLE OPERAIE
(da lontano, avvicinandosi lentamente) 
Appena di rosso
Color tinto è il cielo,
Appena le tenebre
Squarciato hanno il velo;
Il sole nascente,
Sorriso d’amor,
Saluti la gente
Già pronta al lavor.

CORO DEGLI OPERAI
(da lontano, avvicinandosi a poco a poco)
Le candi debrine,
Benetiche e molli,
L’azzurro del cielo,
Il verde dei colli,
Lo specchio del lago,
L’armento, i pastor,
Par di cano in coro:
Lodi amo il signor!

(tutti entrano in scena; colle fillatrici, Pinotta.
Tra gli operai, Baldo. Andrea viene da una
porta laterale)

ANDREA
Bravi, ragazze mie!
Lodi amo Iddio
Che più Gioconda è l’opera
Protetta dal signor;
Assai più buono è il pane
Se è premio del lavor
Al cielo intanto
S’innalzi il canto
E sia voce di fede
e di speranza.

(Le operaie s’inginocchiano, mentre
gli operai s’inchinano, in atto devoto)

ANDREA
Signor cui sempre loda
L’angelica armonia,
Gode l’anima mia
Di sollevarsi a te.
A te che miri il pianto
E lo converti in riso,
Che sei del paradiso
E della terra il re!

PINOTTA
Santa Maria,
dall’intimo core
Mi esce un accento
Che tu comprendi; Madre
Santa tu guidami,
Lenisci il mio tormento…

CORO
Sopra i tuoi figli volgasi
Dolce il tuo sguardo o Padre,
E all’opre nostre vigili
L’immensa tua bontà!

BALDO
(s’avvicina ad Andrea, confuso)
Scusi, signor padrone.

ANDREA
Ebben che vuoi?

BALDO
(timidamente)
Io le vorrei parlar, ma non ho core

ANDREA
Sei commosso… perché?

BALDO
Forse… saprà…

ANDREA
Che vuoi bene a Pinotta?

BALDO
Ah, signor mio!

ANDREA
Lo sanno tutti…E s’ella t’ama, o Baldo,
Il più felice sei d’ogni mortale:
Tanto è buona e gentil quanto essa è bella,
e più santo è il lavor se amor l’abbella!

BALDO
(animato dalla speranza)
Il mio sogno d’amor oggi s’avvera?
Si allieta la mia triste gioventù?
Tiepido il vento spira
E tra i rami sospira,
Ai tiepidi richiami, d’amor la capinera.
Ride la primavera.
Pinotta mia, sorridimi anche tu!

(s’allontana, e Andrea si volgea gli operai)

ANDREA
E la fededel l’anima ristoro:
Con onor giulivo ognun vada al lavoro

(tutti si avviano ai loro posti)

CORO
Al lavoro, al lavoro!

PINOTTA
(siede al primo telaio e canta)
La mamma mia che,
poveretta, è in cielo,
Solea dirmi sovente in su la serà:
Pinotta mia, prima che venga il gelo,
Il male che mi strugge m’avrà spenta.
Il babbo a ritrovar mamma è volato,
E sola in questo mondo son restata.
Ma Baldo mi guardò chin ai la testa
E in cor mi scese un sovvrumano incanto.
Corsi dal confissoro lesta, lesta
Mi disse: prega, ed ho pregato tanto.
Se Baldo m’ama e il cuore consola,
In questo mondo non sarò più sola!

ANDREA
(si avvicina a Pinotta e le parla teneramente)
O Pinotta, perché sei così mesta?
É il maggio, il dolce mese degli amori,
Il mese delle rondini e dei fiori.
É per tutti una festa, tutti sono felici.
Su, intona il canto delle filatrici!

(ad un suo cenno tutti cominciano a lavorare)

CORO
Gira, gira, annaspa, annaspa
Torci il filo dell’amore,
In filanda nasce un laccio
Per legare core a core.
Se legato un core all’altro
Uno all’altro e poi infedel
Non ritrova un nuovo laccio
Dell’amor in terra o in ciel!

SECONDO ATTO

(Una piccola Piazza campagnola: nel fondo,
una collinetta alberata, degradante verso destra;
sulla sua parte più alta una chiesetta, a destra,
l’esterno della filanda, a sinistra la casa di Pinotta.
Tra la finestra e la porta, un immagine della Madonna,
illuminata da una lampedina. É l’ora del tramonto)

CORO
(esce a gruppi dalla filanda)
La bella giornata sacrata al lavor
Suggelli la strofa del lieto cantor!
Ormai si sa, è verità
Amar dovrà in ogni età
Chi amore suscitò.
Così sarà fatalità
Se incontrerà gentil beltà
Che amor non disdegnò.
Qual fiore di bontà
Da’ bei Capelli d’or
Allor risponderà ai moti del suo cor.
Punisce amor chi non conobbe amore;
Non si può sfuggire al tentator!
Così va l’ape dove olezza il fiore,
Ed il cor va in contro l’amator!
La serà che sorge dà tregua a lavor
Conforta il riposo la loda al signor!

PINOTTA
Quanto nel cor mi scende grato e dolce
Il lor canto festivo!
Unirmi io pure al lor gioir vorrei
Ma troppo afflitta io sono.
Oh! Come è bello il sole
Quando muor nel lontano;
E come tremolar soavemente
Le stelle luminose io vedo, e mesta
Al par del core è la mia stella fida
Quella che prima in suo splendor fulgente
Là mi sorride e col muto linguaggio
Dar deggia a gli occhi miei di fede un raggio.
O stella della sera
Limpida e senza vel
Accogli la preghiera
Che innalzo fino a te.
Tu che immutabil scorri
Tutte le vie del ciel
Quest’anima socorri
Che in braccio a te si diè.
Suscita a lui nel petto
Un palpito d’amor
Gli svela il casto affetto
Col tremulo splendor.
Oh, l’ansie ed i tormenti
Tutti dovran svanir,
Se i nostri cuori ardenti
Un dì potremo unir
O stella della sera
Accogli la preghiera
Che innalzo fino a te!

BALDO
(che era andato via coi compagni,
ritorna sul colle alle ultime parole
della preghiera di Pinotta, e dice fra sé)
Prega.

(poi si avvicina e la chiama sottovoce)

Pinotta!

PINOTTA
(si alza vivamente sorpresa)
Oh dio! A quest’ora, chi è?

BALDO
Sono il tuo Baldo!

PINOTTA
Ahimè!

BALDO
Là su dall’erta t’ho visto pregare
E sùbito anelai di vederti.
Quando, Pinotta, guardi la tua stella,
Sembri beata, in dolce atto d’amore
L’astro dar deggia e la tua fronte bella
Risplende di novissimo fulgore!

PINOTTA
(turbata)
Ma soli siam noi.

BALDO
Non soli, o mia candida bambina…
Ci guida la stella.

PINOTTA
(lieta)
A te pure la stella sorride!

BALDO
Dimmi, o gentil, se è l’astro luminoso
Che sfolgora sul tuo volto grazioso
O se è il chiaror della tua pura fronte
Che all’astro sal, di viva luce fonte.

PINOTTA
Queste parole nel mio cor, soave,
Incantevole, arcano, un sentimento
Ignoto a me fan sorgere.
Mi sento, o Madre del Signor, tutta tremare.
La notte è buia.

BALDO
Pinotta bella!

PINOTTA
Ho paura.

BALDO
C’illumina la stella.

PINOTTA
Un grande affetto hai tu per me?

BALDO
Io t’amo.

PINOTTA
Né sola al mondo più sarò, se meco starsi.

BALDO
Io t’amo!

PINOTTA
Io t’amo tanto.

BALDO
Tu m’ami tanto… dillo ancor.

PINOTTA
La notte è buia…

BALDO
C’illumina la stella…

PINOTTA, BALDO
(si prendono per le mani e guardano negli occhi)
Andrem beati – tranquilli, uniti,
Per sempreverdi – colli fioriti…
Vivremo in estasi – la nostra vita
Godremo amandoci – gioia infinita.

BALDO
Saranno eterni gli affetti nostri…

PINOTTA
Sarà più ardente la nostra fé…

PINOTTABALDO
Vivrem felici
sciogliendo gl’inni
Del nostro amore
O stella a te!
T’amo! T’amo!