Semiramide riconosciuta

Dramma per musica

Libretto di Pietro Metastasio
Musica di Leonardo Vinci

Prima esecuzione: 6 febbraio 1729, Roma, Teatro delle Dame.
Video dell’opera

Personaggi:

SEMIRAMIDE in abito virile sotto nome di Nino re degli Assiri, amante di Scitalce, conosciuto ed amato da lei antecedentemente nella corte d’Egitto come Idreno soprano
MIRTEO principe reale d’Egitto, fratello di Semiramide da lui non conosciuta e amante di Tamiri soprano
IRCANO principe scita amante di Tamiri contralto
SCITALCE principe reale d’una parte dell’Indie creduto Idreno da Semiramide, pretensore di Tamiri ed amante di Semiramide soprano
TAMIRI principessa reale de’ Battriani amante di Scitalce soprano
SIBARI confidente e amante occulto di Semiramide tenore

Libretto – Semiramide riconosciuta

Alle dame
Non v’è di noi chi non conosca che quanto appartiene a questo teatro sia di vostra ragione; onde nel presentarvi la Semiramide riconosciuta non ne pretendiamo il merito d’una nuova offerta. Vogliamo bensì rammentarvi in tal guisa che quando vi degnaste di soffrire che il teatro suddetto si adornasse col vostro nome, vi obbligaste tacitamente a sostenere col vostro favore tutto ciò che in esso doveva in avvenire esser esposto al giudizio del pubblico, e che dipendendo da voi, siccome lo rendeste il più glorioso, il renderlo ancora il più fortunato, siate in debito di farlo. Che da voi dipenda non v’è chi ne dubiti, poiché ciascuno conviene che sia d’un peso incomparabile l’approvazione di quelle, le quali in questo forse più che in ogni altro clima favorite dal cielo, hanno giustamente così gran parte fra i
pensieri e le cure degli animi più gentili. Che siate in debito di farlo lo richiedono la sollecita attenzione, con cui ci studiamo di compiacervi, ed il profondo rispetto, col quale ossequiosamente ci protestiamo umilissimi, devotissimi, ossequiosissimi servitori.
Li possessori del teatro

Argomento
È noto per l’istorie che Semiramide ascalonita, di cui fu creduta madre una ninfa d’un fonte e nutrici le colombe, giunse ad esser consorte di Nino re degli Assiri, che dopo la morte di lui regnò in abito virile facendosi credere il picciolo Nino suo figliuolo, aiutata alla finzione dalla similitudine del volto e dalla strettezza colla quale vivevano non vedute le donne dell’Asia, e che alfine riconosciuta per donna fu confermata nel regno dai sudditi che ne avevano esperimentata la prudenza ed il valore. L’azione principale del dramma è questo riconoscimento di Semiramide, al quale per dare occasione e per togliere nel tempo istesso l’inverisimilitudine della favolosa origine di lei, si finge che fosse figlia di Vessore re di Egitto, che avesse un fratello chiamato Mirteo educato da bambino nella corte di Zoroastro re de’ Battriani, che s’invaghisse di Scitalce principe d’una parte dell’Indie, il quale capitò nella corte di Vessore col finto nome d’Idreno, che non avendolo potuto ottenere in isposo dal padre fuggisse seco, che questi nella notte istessa della fuga la ferisse e gettasse nel Nilo per una violenta gelosia fattagli concepire per tradimento da Sibari suo finto amico, e non creduto rivale, e che indi, sopravvivendo ella a questa sventura, peregrinasse sconosciuta e che poi le avvenisse quanto d’istorico si è accennato di sopra. Il luogo in cui si rappresenta l’azione è Babilonia, dove concorrono diversi principi pretendenti al matrimonio di Tamiri principessa ereditaria de’ Battriani, tributaria di Semiramide creduta Nino. Il tempo è il giorno destinato da Tamiri alla scelta del suo sposo, quale scelta chiamando in Babilonia il concorso di molti principi stranieri, altri curiosi della pompa, altri desiderosi dell’acquisto, somministra una verisimile occasione di ritrovarsi Semiramide nel luogo istesso e nell’istesso giorno col fratello Mirteo, coll’amante Scitalce e col traditore Sibari, e che da tale incontro nasca la necessità del di lei scoprimento.

Atto primo

Scena prima
Gran portico del palazzo reale corrispondente alle sponde dell’Eufrate. Trono da un lato, alla sinistra del quale un sedile più basso per Tamiri. In faccia al suddetto trono tre altri sedili. Ara nel mezzo col simulacro di Belo deità de’ Caldei, gran ponte praticabile con statue, navi sul fiume, vista di tende e Soldati su l’altra sponda.
Semiramide creduta Nino con Guardie e poi Sibari.

SEMIRAMIDE
Olà; sappia Tamiri
che i principi son pronti,
che fuman l’are, che al solenne rito
di già l’ora s’appressa,
che il re l’attende.
(ricevuto l’ordine parte una guardia. Nel mentre che parla Semiramide, esce Sibari guardandola con meraviglia)

SIBARI
(Io non m’inganno, è dessa.)
Lascia che a’ piedi tuoi…
(s’inginocchia)

SEMIRAMIDE
Sibari! (O dèi!)
S’allontani ciascun. (Che incontro!)
(le guardie si ritirano indietro)
Sorgi.
Dall’Egitto in Assiria
quale affar ti conduce?

SIBARI
È noto altrove
che la real Tamiri
dell’impero de’ Battri unica erede
qui scegliendo lo sposo oggi decide
l’ostinate contese
che il volto suo, che il suo retaggio accese.
Sperai fra queste mura
in sì bel giorno accolta
tutta l’Asia mirar ma non sperai
in sembianza viril sul trono assiro
di ritrovar la sospirata e pianta
principessa d’Egitto
Semiramide.

SEMIRAMIDE
Ah taci; in questo luogo
Nino ciascun mi crede e il palesarmi
vita, regno ed onor potria costarmi.

"Dimmi il mio nome prima dell'alba, e all'alba vincerò"
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